“Realizzare una nuova rete sanitaria è come costruire una cattedrale”
Il direttore della Sette Laghi Bonelli ha parlato di una fase strategica importante per l'intera collettività. Alla convention presente il Presidente lombardo Fontana
Tre priorità per il futuro della sanità: ridurre le liste d’attesa, cura del paziente cronico e riordino della rete ospedaliera.
È il registro operativo raccontato dal direttore regionale del Welfare Lugo Cajazzo nell’intervento di saluto della convention “RE loading” che si è svolta nella sala Napoleonica delle Ville Ponti.
Organizzata dalla direzione strategica della Sette Laghi, aveva l’obiettivo di coinvolgere i 5000 dipendenti nella progettazione del futuro prossimo. Una riflessione ampia per arrivare a definire la vocazione aziendale ma anche dei singoli presidi e distretti che dovranno emergere dal Poas futuro.
Docenti universitari ma anche esperti e un religioso, monsignor Luca Bressan, hanno descritto scenari nazionali e internazionali, dinamiche digitali e trasformazioni sociali. Tanti scenari di contesto per offrire ai dipendenti spunti di conoscenza e valutazione al di là della rutilante quotidianità che fa spesso perdere la visione di prospettiva.
A portare i saluti il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana che ha ringraziato medici, infermieri, tecnici e amministrativi, personale che quotidianamente stringe i denti per portare avanti una missione importante pur tra tante difficoltà: «Oggi questa nostra sanità, che è tra le migliori al mondo e l’unica veramente universale, – ha spiegato Fontana – sta attraversando un periodo difficile per ragioni che non ci competono. È stato riconosciuto finalmente un lieve allentamento del budget per il personale (12 milioni di di euro di cui 2 destinati all’ospedale Del Ponte) ma abbiamo bisogno di ottenere di più e l’autonomia vuole andare in questa direzione. Credo che non si debbano mettere limiti alla sanità che è un bene primario. Noi non chiediamo più fondi, chiediamo solo di poter spendere come riteniamo giusto i fondi che ci destinano. Tenete ancora duro, la storia ci darà ragione e ci sarà la possibilità di decidere e rendere ancora più grande la nostra sanità e anche Varese».
E che il futuro potrebbe essere meno cupo lo conferma anche il direttore Cajazzo: «Incredibilmente, la relazione della Corte dei Conti ha detto che l’ambito della sanità è l’unico in perfetto equilibrio e che ora ha bisogno di essere rilanciata con investimenti. Siamo in piena tempesta e servono strumenti e modalità per superarle. Martedì approveremo una delibera che permetterà i medici di medicina generale di fare della diagnostica di base in telemedicina in collegamento con l’ospedale di riferimento per la refertazione. Stiamo lavorando per le dimissioni protette dei pazienti che rientrano al domicilio o che vanno in letti di transizione se non sono in grado di andare a casa. Abbiamo chiesto alle asst di definire aree per queste innovazioni che troveranno operatività nei Poas. Stiamo lavorando per l’individuazione anche dei PRESST e dei POT come nuovi modelli di assistenza integrata. Stiamo programmando, infine, le reti di assistenza : al tavolo sul patto della salute portiamo avanti un modello di hub and spoke nazionale per patologie più rare e regionale per le casistiche più diffuse».
Linee portanti che serviranno ad avviare la riflessione chiesta dal direttore generale Bonelli impegnato, come lui stesso ha detto, a costruire la cattedrale della comunità , l’opera più importante di una comunità a cui tutti sono chiamati a partecipare con i giusti ruoli e motivazioni: «Questo ospedale è sotto i riflettori continuamente e si sente la pressione e le aspettative di chi è legato alla sua istituzione».
Alla costruzione si può partecipare con più o meno intensità come ha ricordato Giulio Carcano preside dell’Università dell’Insubria: «C’è chi pensa di portare solo dei sassi, chi lavora per mantenere la famiglia e chi ha consapevolezza di partecipare alla realizzazione della cattedrale».
All’incontro erano presenti anche l’assessore regionale Giulio Gallera, il Presidente dell’ordine dei medici Roberto Stella e il direttore generale di Ats Insubria Lucas Maria Gutierrez, protagonisti della tavola rotonda finale sul futuro di un comparto così complesso e partecipato.
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