Più donne al lavoro ma aumenta la precarietà
La ricerca della Cisl dei Laghi sul mercato del lavoro che sarà presentata alla conferenza organizzativa evidenzia un aumento del lavoro femminile soprattutto nel terziario

«Per capire dove andare a parare il sindacato, bisogna capire dove sta andando il lavoro». Ugo Duci segretario regionale della Cisl e reggente della Cisl dei Laghi introduce così la Conferenza organizzativa Ust Cisl dei Laghi che avrà come oggetto di discussione principale la ricerca sulla struttura produttiva e il mercato del lavoro in provincia di Varese. (nella foto da sinistra: Francesco Diomaiuta, Ugo Duci ed Elio Montanari)
La ricerca, condotta da Elio Montanari sui dati di Infocamere, in effetti dà molti spunti di riflessione su un mercato del lavoro che è stato completamente stravolto negli anni della crisi. «Il risultato è: più donne, più dipendenti e più terziario» dice Montanari. Ma quello che appare quasi uno slogan è il risultato di una metamorfosi profonda della struttura del lavoro e della sua qualità avvenuta in provincia di Varese.
È la componente femminile che in questa fase fa la differenza. Se il settore industriale, in una provincia prettamente manifatturiera com’è quella varesina, rimane sostanzialmente stabile, il saldo positivo dell’occupazione pari al 2,4 per cento è da attribuire all’entrata nel mondo del lavoro di circa 15mila donne. Questo dato è coerente con «la terziarizzazione» di cui parla Montanari. In una precedente ricerca, sempre la Cisl dei Laghi, aveva evidenziato che non si tratta di posti di lavoro di grande qualità, bensì di lavoro precario e con una conflittualità piuttosto accentuata, un’occupazione legata ai settori del commercio, del turismo e della ristorazione.
A confermare la sostanziale precarizzazione del mercato del lavoro ci sono i dati della ricerca. Il primato in questa fase spetta ai contratti a tempo determinato (50,4%), contratti di somministrazione (17,6%), contratti a progetto (3%) e quelli di apprendistato (2,8% ), mentre quelli a tempo indeterminato si attestano al 26,2%.
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