La Finanza sequestra oltre una tonnellata di alimenti non sicuri

I prodotti stavano per finire sulle tavole di cenoni e pranzi dei giorni festivi. Nei guai due esercenti: multe per 24 mila euro ciascuno

Avarie

Erano pronti a finire sulle tavole del consueto pranzo natalizio e del cenone di capodanno, ma la Finanza li ha bloccati. Si tratta di cibi di dubbia provenienza per via dell’assenza della corretta etichettatura sulle confezioni, oltre una tonnellata di generi alimentari non sicuri e privi delle informazioni essenziali da fornire ai consumatori.

Il sequestro è avvenuto nei giorni scorsi quando sono entrati in azione i militari della Compagnia di Olgiate Comasco che durante un controllo del territorio hanno sequestrato più di una tonnellata di alimenti di provenienza estera privi di etichettatura in lingua italiana.

I due accessi sono stati eseguiti in due differenti esercizi commerciali tra Lomazzo e Mozzate e hanno consentito di riscontrare che i negozianti esponevano in vendita centinaia prodotti di diverse categorie merceologiche quali alimenti salati e dolci, alimenti di origine animale e bibite, tutti importati dall’estero e riportanti etichettatura in lingua straniera e, pertanto, non sicuri.

Le disposizioni sull’etichettatura – anche molto stringenti – assolvono ad una funzione primaria: quella di mettere in condizione l’acquirente di operare scelte consapevoli, non solo in relazione al prezzo ed alla data di scadenza, ma anche alle caratteristiche del prodotto, ai suoi componenti, ovvero alle modalità di conservazione, preparazione ed utilizzo.

La normativa di riferimento nel settore agroalimentare, un regolamento europeo, impone infatti l’obbligo per chi pone in vendita alimenti di fornire al consumatore “informazioni sugli alimenti precise, chiare e facilmente comprensibili” e chiaramente nella “lingua dello Stato in cui l’alimento è commercializzato”. Ciò, al fine di tutelare la salute dei consumatori ed assicurare una scelta consapevole sulla base di indicazioni trasparenti.

In alcuni casi, infatti, sull’etichetta in lingua straniera di numerosi prodotti sequestrati non vi era nemmeno l’indicazione degli ingredienti contenuti, non consentendo di conseguenza di individuare la presenza di allergeni o di altre sostanze dannose. Ai titolari dei due esercizi commerciali, quindi, è stata sequestrata la merce e sono state comminate sanzioni pecuniarie che possono arrivare anche ad un ammontare di 24.000 euro per ciascuno di loro.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Dicembre 2019
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