Aumenta il netto in busta, per Cgil Cisl e Uil la manovra del governo è ok
Secondo Umberto Colombo (Cgil), Roberto Pagano (Cisl dei laghi) e Antonio Massafra (Uil) è stata intrapresa la strada giusta
Le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil giudicano positiva la manovra finanziaria del governo Conte Bis. «Dopo tanti anni finalmente un provvedimento che aumenta il salario netto di una parte dei lavoratori dipendenti – dichiarano in un comunicato congiunto Umberto Colombo, Roberto Pagano e Antonio Massafra, segretari territoriali rispettivamente di Cgil, Cisl e Uil -. È un primo risultato, con 16 milioni di persone che vedranno aumentare il netto in busta paga». (da sinistra: Roberto Pagano, Umberto Colombo e Antonio Massafra)
Nella manovra sono stati stanziati 3 miliardi di euro che andranno ad aumentare gli stipendi di 16 milioni di lavoratori dipendenti. Gli aumenti scatteranno a partire da luglio 2020 con redditi tra gli 8mila e i 40mila euro, circa 4,3 milioni di lavoratori in più rispetto alla platea del bonus Renzi, con aumenti da 1.200 euro a 192 euro l’anno.
«Certo, nessuno diventa ricco, ma la strada intrapresa è quella giusta – continuano Colombo, Pagano e Massafra -. Ora si avvia un confronto che deve portare ad una riforma fiscale che non riguardi soltanto i redditi fino a 40mila euro all’anno, ma che deve estendersi ad altri lavoratori e pensionati». I tre segretari rilanciano anche l’intervento sull’Irpef, sulla lotta all’evasione fiscale, sull’Iva, rilanciare gli investimenti, creare lavoro dignitoso e tutelato dai contratti ed arrivare ad un confronto per cancellare i contratti-pirata. «Dentro la riforma
fiscale bisogna defiscalizzare gli aumenti previsti dai contratti nazionali di lavoro: sono 12 milioni i lavoratori che devono ancora rinnovare il loro contratto di lavoro».
«Insieme a tutto ciò – concludono i segretari territoriali Cgil, Cisl e Uil, Colombo, Pagano e Massafra – occorre aggiungere anche che il 27 gennaio partirà finalmente il confronto per cambiare la Legge Fornero. Per il sindacato i giovani devono avere la certezza di una pensione nel futuro, le donne devono vedere riconosciute le loro differenze di genere e non pagare due volte per questo, i lavori più pesanti per loro natura devono portare le persone ad andare in pensione prima. Contemporaneamente c’è bisogno di avere una legge sulla non autosufficienza e una concreta rivalutazione delle pensioni. Per questo Cgil, Cisl e Uil, stanno già preparando una campagna di assemblee unitarie nel territorio con le lavoratrici, i lavoratori, e pensionate, i pensionati».
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