Palpeggiata durante lo stage, processo per violenza sessuale

Imputato uno straniero che cinque anni fa aggredì sessualmente una diciassettenne. In aula la vittima e suo padre

Avarie

In aula il racconto di una vittima è sempre uno strazio. Ma lo è anche ascoltare il padre di una ragazza giovanissima presente come teste oggi ma anche quel giorno di quattro anni fa quando lui, sindacalista, era al piano superiore mentre a pochi metri di distanza, al piano terra, succedeva qualcosa di molto grave – secondo l’accusa – con la figlia oggetto di attenzioni morbose di uno sconosciuto.

La ragazza, originaria della provincia di Varese, ai tempi aveva solo 17 anni e stava lavorando per un periodo di stage per il secondo anno alla sede di un sindacato di Varese in centro.

Quel giorno un cittadino extracomunitario di origini pakistane secondo la ricostruzione riproposta in aula dalla stessa ragazza pesantemente provata per il ricordo le avrebbe palpeggiato i glutei per poi farle pesanti gesti sessualmente espliciti.

Scoppiata in lacrime, la giovane chiese aiuto alle colleghe che dapprima chiamarono la polizia e poi, con le dovute cautele, anche il padre che scese al piano inferiore per rincuorare la figlia.

«Non so come ho fatto a mantenere la calma in quei momenti», ha spiegato l’uomo, che dopo la deposizione si è avvicinato alla figlia seduta fra i banchi della difesa vicina al suo legale, e le ha tenuto la mano, come si fa durante una prova difficile.

Quanto all’imputato, che oggi non era in aula, venne a suo tempo identificato con una certa facilità anche alla luce del fatto che i documenti che la giovane stava fotocopiando per evadere la sua pratica sono rimasti nella fotocopiatrice, senza lasciare dubbi circa la sua identità.

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Pubblicato il 20 Febbraio 2020
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