“Non è la prima volta…”: il prof. Dionigi racconta l’epidemia nella storia
L'ex rettore dell'Insubria e padre della chirurgia varesina ha realizzato, insieme al collega Filippo Maria Ferro un libretto che è scaricabile gratuitamente
Storie di epidemie e pandemie, perché i virus hanno sempre convissuto con l’uomo.
Lo raccontano il professor Renzo Dionigi e il professo Filippo Maria Ferro in un libretto, che loro definiscono “nugella”, dal titolo “Non è la prima volta ..”. I due autori partono dal loro ricco archivio fotografico, frutto di una passione condivisa per l’arte soprattutto medievale.
Peste e lebbra hanno portato lutti e dolore in molte società succedutesi dal primo Medio Evo sino alla Spagnola di inizio 1918.
« Abbiamo scritto questo opuscolo insieme in 25 giorni – spiega l’ex rettore e padre della chirurgia varesina – Siamo partiti dalla considerazione che questo Covid non è una novità. La storia racconta storie diverse di pandemie. In Europa è stata soprattutto la peste a partire da quella nera del 1300 per proseguire con quella borromaica e quella manzoniana. Un’escursione storica corredata da fotografie tratte dal nostro stesso archivio. Abbiamo poi aggiunto note di arte e scienza, con considerazioni mediche attuali, interpretazioni dei virologi che spiegano il procedimento autoimmune che scatena il coronavirus».
L’ultima parte del libro è dedicata proprio a riflessioni mediche e scientifiche : « La Lombardia ha affrontato un’epidemia che va letta nella sua condizione soprattutto geografica. Si è sviluppata in un territorio densamente popolato, che ha un livello di presenza industriale tra i maggiori. La città di Milano conta 1 milione e 600.000 abitanti ma solo di notte. Di giorno occorre aggiungerne altri 600.000. Parliamo di una situazione quasi unica in Europa».
Il professor Dionigi , in questi giorni, avrebbe dovuto essere a Wuhan dove è professore emerito della locale università: « Sono rimasto in contatto con i colleghi cinesi. Anche io, all’inizio, non avevo capito, sottovalutato la forza di questo virus aggressivo. A uccidere non è tanto l’infezione quanto le complicanze che derivano da quella che viene definita “la tempesta delle citochine”. Nessuno era preparato, c’è stata un’iniziale confusione, ma si è reagito presto e bene. E ce la stiamo cavando».
IL LIBRO E’ SCARICABILE A QUESTO INDIRIZZO:
http://www.collegioborromeo.it/it/wp-content/uploads/2020/04/VOLUME-light.pdf
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