Douglas, ogni volta è un passo indietro. C’è vita sul pianeta Andersson
L'americano (1/9 da 3 punti) è di nuovo disastroso e fallisce anche le giocate più semplici. Ruzzier parte bene ma poi naufraga di nuovo. Segnali di risveglio dallo svedese sull'orlo del taglio; come al solito svetta Scola
MORSE s. v. – Due minuti in campo, un errore e un canestro. Poi basta, stop, attaccato alla panchina come il peggior politico trasformista si attacca a una qualunque poltrona. Va bene che, a un certo punto, il quintetto senza pivot aveva funzionato, ma la segregazione di Morse è abbastanza sorprendente. Ricordiamo che non ha un contratto garantito e quindi può “saltare” dopo la prossima partita, ma come abbiamo già detto ci pare che i problemi di questa squadra non vestano la canottiera numero 3.
SCOLA 7 (IL MIGLIORE) – Senza Cain, Repesa sceglie di raddoppiare e in qualche caso triplicare l’argentino in post basso e così Luis è spesso costretto a rigiocare la sfera agli esterni: la mossa del coach pesarese è sensata e così Scola è costretto a cercare altrove i palloni buoni per andare a segno. La piastrella buona è quella centrale sull’arco dei tre punti: anche stavolta è l’ultimo ad arrendersi dopo aver siglato le prodezze con cui la OJM è rimasta in partita sino alla fine. Nessuno però vince da solo, e il -20 di plus/minus non fa che confermare quanto già sottolineato: se la difesa di squadra non protegge Scola, la sua classe diventa fine a se stessa. MVP anche per i lettori della DirettaVN.
DE NICOLAO 6 – Se gli strizziamo la canottiera al termine di ogni partita, riempiamo un secchio di sudore e questo alla gente piace eccome. Si merita un applauso anche se – duole ripeterlo – il fatturato non è poi così alto. Stavolta anche in difesa non è ermetico, però rimane uno dei pochi ad avere un livello atletico “normale” in mezzo a tanti, troppi, gatti di marmo in biancorosso.
JAKOVICS 5 – Il tabellino non è poi cattivo anche se le statistiche di Legabasket stavolta si sono perse dei pezzi, però a Pesaro trovava il suo alter ego Tambone e il duello tra chi è rimasto e chi è andato via è stato nettamente a favore del giocatore romano. Non tanto nei numeri, quanto nell’impatto complessivo sul match: Ingus paga anche questo confronto.
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RUZZIER 4,5 – Ci ha provato anche Luis Scola, in settimana, a rivitalizzare il playmaker biancorosso e i consigli del General in avvio di partita hanno anche funzionato perché Michele nel primo periodo – e in qualche sprazzo del secondo – ha offerto qualche scampolo interessante. Poi però riecco i fantasmi: battuto in difesa, trafitto da un Robinson bollente, è tornato impalpabile anche in fase d’attacco. Nella ripresa mai un guizzo, e stavolta sono mancati anche gli assist.
ANDERSSON 6 – Massì, dai, un premio di consolazione dopo la prima partita guardabile del suo campionato che potrebbe anche coincidere con l’ultima a Varese (salvo ripensamenti dell’ultim’ora). Si presenta con un bel canestro e un lavoro ben fatto a rimbalzo, si rivede qua e là con sprazzi positivi. Poi ok, ci sarebbe la difesa e lì proprio c’è poco da fare: quando Delfino lo dribbla in terzo tempo di destro, si capisce che da quel lato del campo lo svedese è solo uno spettatore.
STRAUTINS 6 – Non ripete le prodezze di Sassari e di qualche altra esibizione, ma come spesso capita c’è poco da imputargli: 12 punti e 11 rimbalzi, l’unico (forse con De Nicolao) in grado di tenere una penetrazione dell’avversario diretto, il solo a tagliare a canestro o con l’idea di puntare il ferro. Poteva fare di più? Certamente sì, ma non lo si può bocciare.
DOUGLAS 4 (IL PEGGIORE) – Uno su nove da tre punti, tiri in fotocopia nella preparazione e – purtroppo – nell’esito. Sembra impossibile fare peggio, e invece ci riesce quando va a sbagliare due terzi tempi elementari. Sembra impossibile fare peggio, e invece – dopo palla rubata – si palleggia sui piedi in contropiede. Ogni domenica sembra impossibile che Douglas faccia peggio, ma nelle ultime settimane riesce a stupirci ogni volta. Ogni step back è un passo indietro, ahinoi non solo nella traduzione dall’inglese.
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