Dal cervo al pipistrello, ecco quando nascono i cuccioli dei nostri boschi

La primavera esplode con numerose specie di mammiferi che danno alla luce i piccoli: i periodi delle nascite e cosa fare in caso di incontri

La stagione dei cuccioli

Un cucciolo di capriolo immobile fra l’erba alta: cosa fare?

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La stagione dei cuccioli 4 di 13

L’istinto vorrebbe metterlo al sicuro, ma in quel momento dev’essere la ragione a prevalere poiché la natura nulla lascia nulla al caso. Dunque i pericoli per l’animale possono arrivare dall’uomo che non lo vede e lo ferisce in caso di sfalci dell’erba. Altrimenti il piccolo aspetterà la madre che torna ad allattarlo più volte al giorno.
Neppure il lupo, o la volpe, lo troveranno dal momento che il cucciolo è inodore e non viene fiutato dai grandi predatori. I giovani cinghiali hanno vita facile perché stanno fra le zampe della madre, mentre i ricci non appena percepiscono una minaccia si raggomitolano su se stessi e rimangono immobili. Grazie al professor Adriano Martinoli dell’università dell’Insubria di Varese (dipartimento di Scienze teoriche applicate) offriamo un giro d’orizzonte alle diverse specie dei nostri boschi che in questo periodo sono alle prese coi loro cuccioli.

Ma attenzione: non pensiamo che si tratti di animali la cui vita è relegata nel fitto dei boschi, dal momento che negli ultimi anni si assiste a una moltiplicazione di occasioni di incontri, spesso inaspettati dal momento che avvengono anche in ambiente urbano.

La stagione dei cuccioli

CAPRIOLO
Accoppiamento a luglio-agosto, con fenomeno della «pausa embrionale», evento fisiologico presente anche in molte altre specie animali (per un periodo di 4-5 mesi, lo sviluppo dell’embrione avviene, per motivi fisiologici complessi correlati a livelli ormonali ed altri eventi metabolici, molto lentamente, come se fosse in uno stato di «riposo»). Solo dall’inizio di gennaio riprende poi a svilupparsi regolarmente. I piccoli (1-3) nascono, di norma, intorno alla metà di maggio. A differenza di altre specie, il piccolo di capriolo non segue la madre nella sua attività, ma rimane nascosto fra le erbe o cespugli. La madre lo raggiunge più volte al giorno per allattarlo. Questa caratteristica comportamentale (rimanere immobile e rannicchiato in attesa del ritorno della «mamma» e sicuro del proprio mimetismo) crea spesso un’elevata mortalità, in particolare negli ambienti agricoli, dove l’utilizzo di macchinari (falciatrici, etc) può causare la morte o la mutilazione di numerosi individui. Inoltre, anche occasionali escursionisti, non formati adeguatamente, in caso di ritrovamento di un caprioletto, scambiano spesso per «abbandono» un fisiologico e momentaneo allontanamento della madre. In questi casi è da evitare il contatto, il prelievo e recupero del piccolo che, allontanato dal suo ambiente naturale e dalla cure materne, spesso non riesce a sopravvivere.

CERVO
La femmina partorisce di solito un unico piccolo, a volte due, in maggio-giugno, dopo 33 settimane di gestazione; il cerbiatto, pesante alla nascita 6-8 kg, è capace quasi subito di camminare: ciò nonostante nei primi 7-10 giorni resta immobile, accucciato e ben nascosto tra la vegetazione; viene allattato per almeno 6 mesi. Problemi simili al capriolo ma meno frequenti.

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CINGHIALE
Di norma si va da un minimo di 2-3 cuccioli fino ad un massimo di 7-8. Le nascite risultano concentrate tra marzo e giugno anche se possono avvenire in qualsiasi periodo dell’anno. Le femmine del cinghiale vivono in branchi, anche molto cospicui, composti da diverse unità familiari imparentate fra loro. In tali branchi esistono complessi rapporti gerarchici ed i piccoli vengono allevati e difesi da tutte le scrofe. Evitare di abituare gli animali a fonti di cibo facili (es. compost lasciato in posti raggiungibili se si abita in ambienti rurali)

CAMOSCIO ALPINO
Il periodo delle nascite va da metà maggio a metà giugno. In generale la femmina di camoscio partorisce un solo capretto: i parti gemellari sono del tutto eccezionali. La madre, avvicinandosi il momento del parto, si allontana dal gruppo isolandosi in un luogo idoneo e appartato. Dopo pochi giorni dai parti, che avvengono in sincronia, si formano gruppi costituiti dalle femmine e dai nuovi nati, che si localizzano in preferenza sui pascoli alpini. Queste zone sono in grado di offrire le risorse alimentari necessarie al dispendio energetico dovuto alla lattazione e di garantire al capretto un migliore apporto nutritivo ma devono essere sorvegliati dalle femmine per evitare la predazione ad esempio dell’aquila.

PIPISTRELLO
Normalmente nascite da fine maggio a fine giugno a seconda delle specie (35 diverse in Italia). Formazione di colonie solo di femmine (dette nursery) che si riuniscono per partorire e allevare i propri piccoli. Capacità di volare dei piccoli già dopo circa 1 mese. Mangiano abbondanti dosi di insetti (anche zanzare) e il loro guano è un ottimo fertilizzante. Occorre tollerare la loro presenza negli edifici con interventi di compatibilizzazione uomo-pipistrello.

La stagione dei cuccioli

VOLPE
Nascite marzo-aprile. Partorisce da 3 a 8 piccoli in una camera-nido preparata nella tana (scavata in autonomia o utilizzando le tane di tasso). Alla nascita i cuccioli hanno gli occhi chiusi e vengono aperti all’età di 11-14 giorni. L’allattamento si protrae per circa 2 mesi, ma già dopo 3-4 settimane la madre integra l’alimentazione dei piccoli con bocconi di carne predigerita che rigurgita. All’età di 3-4 mesi i cuccioli diventano autosufficienti e raggiungono la maturità sessuale a circa 10 mesi. In autunno i giovani lasciano il gruppo familiare e ricercano un proprio territorio. Se avvicinati e/o alimentati artificialmente dall’uomo da piccoli allentano la naturale diffidenza verso di noi.

TASSO
Parti che mostrano un picco fra la metà di gennaio e la metà di marzo. 1-5 cuccioli per parto, in una camera della tana. Alla nascita, i tassi sono ciechi, seminudi, di colore rosato con rado pelame grigiastro: essi misurano una decina di centimetri di lunghezza. Molto giocosi da piccoli, fiori dalla tana. Evitare di alterare le tane i questi animali.

RICCIO
Parti tra maggio e settembre tra 2 e 10 piccoli. Di solito un solo parto, ma se la riproduzione avviene in anticipo la femmina può riprodursi 2 volte all’anno. Quando impauriti questi animali si bloccano e si raggomitolano su se stessi, motivo per cui sulle strade molti rimangono vittime di investimenti (con la luce dell’auto, di notte, si spaventano e si bloccano). Molti piccoli che hanno perso i genitori vengono svezzati e rimessi in natura dai CRAS (centri recupero animali selvatici)

SCOIATTOLO ROSSO (COMUNE EUROPEO)
Nascite tra aprile e maggio (primo parto) e tra luglio e agosto. 3-4 piccoli per parto, ma possono essere partoriti anche 6-7 piccoli. Nascite in nidi sferici costruiti sugli alberi. Possono essere di colori variabili (dal rosso carota al bruno scuro) anche se fratelli nella stessa cucciolata.

I CONSIGLI DELLA POLIZIA ITTICO VENATORIA DELLA PROVINCIA

La Polizia Ittico Venatoria della Provincia di Varese informa su quali sono i comportamenti da tenere nel caso si incontrino animali selvatici durante una passeggiata nei boschi o lungo i sentieri del territorio.
“Con l’inoltrarsi della primavera, potrebbe capitare di “trovare” un cucciolo di capriolo. Non preoccupatevi! Non è un cucciolo abbandonato. La mamma si allontana da lui per non attirare verso il piccolo i predatori, ma non lo perde mai di vista, tornando ad allattarlo diverse volte al giorno” afferma il Commissario Capo Francesco Miglierina.
I piccoli presentano un mantello che li rende mimetici nel sottobosco e praticano un comportamento chiamato “freezing”: stanno immobili per non destare attenzioni indesiderate.
“Qual è dunque la cosa importante da fare? Lasciare il cucciolo dove si trova, e soprattutto non toccarlo. Quest’azione, infatti, rilascia sul cucciolo l’odore dell’uomo, causandone il rigetto da parte della madre. Se toccato accidentalmente, è consigliato, utilizzando guanti da giardinaggio, sporcarlo con terra e fogliame; in ogni caso, prima di agire, è sempre consigliato contattare il CRAS più vicino – continua Miglierina -. Ricordiamo che nessun centro specializzato sostituirà mai totalmente le cure dei genitori!
Imparare a cacciare, scappare dai pericoli, muoversi sul territorio … sono tutte cose che i piccoli apprendono dai genitori. Per questo motivo è importante intervenire solo se necessario”.
Per qualsiasi dubbio su come comportarsi con la fauna selvatica in “pericolo” in provincia
di Varese, è possibile chiamare il CRAS WWF di Vanzago al numero 02/93549076 o la 
Polizia Ittico Venatoria della Provincia di Varese al numero 0332/867909.

(foto e video di Riccardo Lattuada)

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 05 Maggio 2021
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