Si è spento don Mario Riboldi, il prete dei rom
Il prete che per primo si avvicino alla comunità Rom si è spento martedì sera in una casa di riposo della provincia di Varese
«Scompare un prete che ha saputo vivere con radicalità la testimonianza del Vangelo e un punto di riferimento per la comunità rom. La sua scelta di farsi povero tra i poveri, di vivere come un rom, pur non essendolo, è stata una provocazione anche per molti credenti, costretti dal suo esempio a interrogarsi sui tanti luoghi comuni di cui questo popolo è ancora vittima e ostacolano, purtroppo, la sua piena integrazione».
E’ questo il commento di Luciano Gualzetti, direttore della Caritas Ambrosiana alla notizia della morte di don Mario Riboldi, avvenuta martedì sera in una casa di riposo di Varese.
Mario Riboldi era nato il 21 gennaio 1929 a Biassono (Monza e Brianza) ed era stato ordinato sacerdote nel Duomo di Milano il 28 giugno 1953. Dopo la sua ordinazione, don Riboldi cominciò ad incontrare i nomadi della periferia milanese. Iniziò così il suo viaggio con i popoli rom e sinti, vivendoci assieme.
Accolto e apprezzato dall’allora cardinale Montini e quindi futuro papa Paolo VI, fu tra i promotori del primo e storico incontro della Chiesa Cattolica con Rom e Sinti a Pomezia il 26 settembre 1965. Dal 1971 al 2018, per 47 anni, è stato incaricato diocesano per la Pastorale dei Nomadi.
Ha svolto diversi ruoli in ordine alla evangelizzazione dei rom, sinti e camminanti sia come responsabile diocesano che nazionale, portando agli onori degli altari il 4 maggio 1997, per la prima volta nella storia il gitano Ceferino Jimenez Mall. Preziose le sue traduzioni nelle varie lingue rom della Bibbia, di testi liturgici e canti.
«La sua morte lascia in eredità alla comunità cristiana il dovere di guardare ai rom con occhi scevri da pregiudizi. Caritas Ambrosiana intende farsene interprete, moltiplicando gli sforzi per aiutare i rom ad inserirsi nelle comunità e a superare lo stigma sociale», conclude Gualzetti.
Il corpo di don Riboldi, dopo una vita nomade, è tornato nella sua Biassono, dove è aperta la camera ardente. Il funerale verrà celebrato venerdì 11 giugno alle 11. A presiedere la funzione sarà monsignor Luigi Stucchi, vescovo ausiliare di Milano.
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