“Come far rumore senza dire nulla: riflessioni sulla campagna elettorale di Varese”

L'intervento di Isabella Failla, candidata della lista Varese Praticittà a sostegno di Davide Galimberti

Palazzo Estense - Municipio generiche

Un amico ingegnere con il dono della sintesi mi ha spiegato qualche giorno fa la teoria dell’entropia dell’informazione di Claude Shannon davanti a una pizza e a una birra.

E’ una cosa complicata da matematici, ma per renderla digeribile anche a me, ecco come me l’ha raccontata. «L’entropia di una sorgente di messaggi è l’informazione media contenuta in ogni messaggio emesso».

In parole povere, più un messaggio è ovvio, meno informazione contiene. Un messaggio con poca informazione è, di fatto, rumore: distrae la gente e occupa banda che potrebbe essere meglio sfruttata per passare informazioni rilevanti.

Se utilizziamo questo semplice concetto per analizzare quello che succede in questi giorni a Varese, ci rendiamo conto che, a campagna elettorale ormai entrata nel vivo, alcuni stanno astutamente sfruttando questa teoria. Non è questione, come insinuano i loro detrattori, di avere poche idee, ma
molto confuse (la caserma Garibaldi, il parcheggio del Sacro Monte, il teletrasporto del capannone dell’Aermacchi, e i parcheggi, i parcheggi, questi parcheggi!).

No: non sembra, ma è in realtà una raffinata strategia.

Quello che alcuni tra i partiti e i movimenti in lizza stanno facendo è sfruttare a fondo l’entropia dell’informazione. Più rumore si fa sul nulla, meno spazio mentale resta agli elettori per elaborare altri messaggi, più densi di senso e assai meno ovvi, su quanto è finalmente e strutturalmente cambiata questa città negli ultimi cinque anni, e su quale concreta piattaforma costruire un futuro.

Più rumore si fa sul nulla, più si torna verso il letargo. Più rumore si fa sul nulla, meno attenzione si presta che dietro alle parole ci siano fatti solidi. Basta affacciarsi allo splendido balcone del Sacromonte e dichiarare di avere una visione.

Tocca però citare un altro grande scienziato, Thomas Edison: «Una visione senza esecuzione è solo un’allucinazione». Dietro a una visione ci vuole un piano che spieghi come arrivarci. Bisogna saperla tradurre in obiettivi specifici, misurabili, realistici e raggiungibili in tempi certi. Insomma bisogna essere pratici, concreti e competenti. E credibili.

La nostra città ha avuto cinque anni di amministrazione iniziati con una idea chiara: ripartire, uscire dal letargo, cambiare passo. Dal primo giorno questa amministrazione ha saputo portare a termine piani (visioni?) che erano rimasti sulla carta da vent’anni.

Ha messo insieme un gruppo capace di risanare il bilancio e di reperire fondi da bandi europei, regionali e statali per 100 milioni di euro. E questi fondi li ha usati per ristrutturare la città con uno sguardo al futuro, a una città bella perché vivibile e sostenibile, non per piazzare fioriere. E ha tenuto la barra dritta durante un evento di portata globale come la pandemia.

Dobbiamo uscire da una crisi mondiale. Dobbiamo cogliere le opportunità di ripresa e di crescita del PNRR. Altri continuino pure a fare rumore, a parlare di erbacce e marciapiedi, a disfare di notte quello che hanno detto di giorno. Io non ho dubbi su chi scegliere e sostenere per i prossimi cinque anni.

 

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Pubblicato il 02 Settembre 2021
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