Introvabili: cercasi camerieri e cuochi disperatamente

All'hotel Europa di Ispra si è tenuto il My job day l'iniziativa dell'Ente bilaterale del turismo della provincia di Varese per far incontrare domanda e offerta di lavoro

C’era l’ex manager ultracinquantenne disoccupato e in cerca di lavoro seduto accanto al diciottenne in cerca di un futuro ancora tutto da immaginare e costruire. Massimiliano, studente dell’Isis Bisuschio con indirizzo turistico, si immagina receptionist di albergo perché gli piace «stare a contatto con le persone», mentre Lorenzo di Saltrio è convinto che in questo settore ci sia un futuro perché «la provincia di Varese ha molto da offrire, sia in termini di storia che di bellezza naturale».

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Si sono presentati in centoventi all’ingresso dell’Hotel Europa di Ispra per rispondere alla chiamata del My job day l’iniziativa promossa dall’Ente bilaterale del turismo della provincia di Varese per far incontrare domanda e offerta di lavoro in campo turistico e alberghiero. Nel salone ad aspettarli c’erano ventuno datori di lavoro, dall’osteria al grande albergo, con tanto di cartello ed elenco delle figure ricercate. Tra i più gettonati, naturalmente, cuochi e camerieri. Ma anche guide turistiche, maitre, barman, commis di sala e cucina, pizzaioli e lavapiatti.

SI RIPARTE

Dopo due anni di stop and go e un’incertezza che avrebbe demolito anche il più ottimista degli imprenditori, nella sala dei colloqui si respira aria di ripartenza a pieni polmoni. Tutto è stato organizzato per andare il più possibile vicino al bersaglio, senza perdite di tempo per entrambi. L’attenzione e la cura del colloquio sono così evidenti che gli imprenditori al tavolo sembrano sussurrare un “I want you” a cui nemmeno il più sordo dei candidati può restare insensibile. «Il turismo è una risorsa per le aziende e per i lavoratori – dice Alessandro Castiglioni presidente dell’Ente bilaterale turismo – e questa giornata è un chiaro segnale di ripartenza. Parliamo di un turismo di nicchia, intelligente ed ecologico come si è sviluppato in questi ultimi anni, pensiamo ai bike hotel o alle piste ciclopedonali».

Per Rudy Collini, presidente di Confcommercio Varese, c’è la voglia di ripartire con il piede giusto e questo è il momento per farlo. «Dobbiamo far incontrare domanda e offerta di lavoro – sottolinea Collini – per essere pronti alla stagione estiva che porterà sul nostro territorio molti visitatori stranieri che scelgono la nostra provincia per le sue qualità ambientali e per le sue infrastrutture logistiche. È una fase cruciale non solo per il commercio tradizionale ma per tutto il terziario».

PERCHÉ  INTROVABILI

L’elenco delle figure ricercate nel settore turismo è molto lungo. Alcune mansioni sono ricorrenti in quasi tutte le offerte, come il cuoco o il cameriere, ma la richiesta tocca tutte le professionalità del comparto. Non tutti gli operatori spiegano allo stesso modo le ragioni di questa situazione. C’è una consapevolezza generale sul momento di cambiamento che stiamo vivendo, accelerato dalla pandemia che non solo ha falcidiato l’intero comparto, costringendo alla chiusura molte attività, ma che ha convinto molti lavoratori, senza una prospettiva sicura, a cambiare settore. C’è un tema legato alla relazione di fiducia tra azienda e collaboratore che andrebbe recuperata una volta ritornati alla completa normalità. A tutto ciò si aggiunge il problema dei trattamenti salariali della vicina Svizzera che attrae personale italiano con stipendi molto più alti. Nasce così  per le imprese nostrane l’esigenza di una maggiore fidelizzazione del personale attraverso il riconoscimento della professionalità e una remunerazione adeguata. «Le premesse sono buone e questa iniziativa va incontro ai bisogni di aziende e lavoratori – conclude Guido Murvana della Uiltucs Varese e componente del consiglio direttivo dell’ente bilaterale – C’è però un problema legato ai salari perché nel settore turismo parliamo di contratti per lo più part-time, stagionali e a chiamata, contratti con cui si porta a casa troppo poco».

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Il salario medio in Svizzera è di 6600 franchi al mese. In Canton Ticino gli stipendi più bassi

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

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Pubblicato il 28 Marzo 2022
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