Bracconaggio e furti di reti e motori sul lago di Varese: troppi episodi, atteso un tavolo in prefettura

Le parti invitate per una riunione tecnica con l’obiettivo di fotografare il fenomeno. I pescatori: “Reti e motori nel mirino dei ladri”

pescatore sul lago di Varese - Armando Bottelli

L’ultimo episodio è avvenuto un mese e mezzo fa con finestre sfondate nella casa di pesca di Bardello, proprio in riva al lago: via migliaia di metri di preziose reti da pesca che con pazienza gli ultimi pescatori rimasti del lago manovrano la sera per ritirare al mattino, con dentro il pescato.

Denunce, costose riparazioni, levatacce per sorvegliare quanto accade sulle sponde di un bacino amato e che attira da anni bracconieri del pesce, mariuoli delle reti alla ricerca non necessariamente delle specie pregiate, ma abbinabili a piatti graditi ad una clientela speciale che ama ricette a base di siluri, carassi, gardon e chi più ne ha più ne metta. Fatti che vanno a sommarsi anche con gli ultimi episodi di cronaca legati al furto di motori alla Schiranna che hanno visto in azione la polizia riuscita a colpire un sospettato il quale aveva preso di mira le imbarcazioni dei commissari di gara proprio per i mondiali di Canottaggio appena conclusi.

Una fotografia in chiaroscuro che vede il bacino sulle sponde varesine al centro di una riunione tecnica in prefettura che si svolgerà martedì prossimo, 9 agosto, un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che vede proprio nella pesca di frodo e nei fenomeni malavitosi un momento per fare il bilancio su quanto sta accadendo. «Siamo rimasti in tre pescatori professionisti», spiega con un pizzico di amarezza ma senza sconforto Gianfranco Zanetti, presidente della cooperativa pescatori che è termometro delle stagioni e della salute dello specchio d’acqua. «Il bracconaggio è cominciato qui sul lago una quindicina di anni fa ed è frutto di persone spregiudicate che se ne infischiano di misure, periodo di divieti o specie pregiate e arraffano quanto possono e vendono a clientele che apprezzano particolari specie ittiche», spiega. «Poi, oltre al bracconaggio c’è il fenomeno dei furti che sta aumentando. Le racconto del mio caso con due numeri piuttosto eloquenti: 25 mila metri di reti rubate e 7 motori spariti nel giro di qualche anno».

Durante la riunione i pescatori chiederanno un po’ di sorveglianza in più, anche se le forze dell’ordine ci sono, nonostante le carenze di organico specialmente per quanto attiene il settore ittico venatorio della Provincia di Varese. Il consigliere provinciale delegato Alberto Barcaro (sicurezza, polizia ittico venatoria e Protezione civile), che ringrazia il prefetto di Varese Salvatore Rosario Pasquariello per l’attenzione devoluta a questo tema, tratteggia una situazione di forze in campo altamente specializzate, impegnate nel contrasto al bracconaggio ma che appunto risentono di una carenza di organico «che verrà ripianato a partire da settembre quando partiranno le assunzioni scaglionate per cercare di ripianare i buchi di organico fra gli effettivi della polizia ittico venatoria provinciale». Si tratta di agenti che operano sia in ambiente lago, sia in ambienti montani e sorvegliano la caccia e tutte le regole relative alla fauna in campo ittico venatorio con la base operativa alle Fontanelle.

Gli effettivi del nucleo ittico venatorio della polizia provinciale ad oggi sono 7 più il comandane su di una pianta organica prevista dalla Regione di 14 unità: la metà di quanto stabilito per questo servizio che ha a che fare coi controlli nella provincia “dei Sette laghi”, oltre che di tutto quanto avviene in montagna: caccia di selezione al cinghiale aperta da tempo, controlli sulla prossima apertura degli ungulati bovidi (cervi, mufloni ecc) e controllo del territorio. Una sfida aperta, insomma, per cercare di proteggere il patrimonio ittico del lago messo in pericolo anche da specie alloctone.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 04 Agosto 2022
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