Caianiello testimonia al processo Mensa dei Poveri: «Tutte le nomine passavano da me»
L'ex-plenipotenziario di Forza Italia in provincia di Varese è apparso come testimone nel processo in cui ha patteggiato una condanna a 4 anni e 10 mesi
Al maxiprocesso contro la corruzione tra politici e imprenditori che si sta svolgendo a Milano è stato il giorno di Nino Caianiello, il grande tessitore della politica del Varesotto da metà anni ’90 fino al 2019. Questa volta è apparso come testimone di molte vicende che sono finite nelle migliaia di pagine dell’ordinanza dell’inchiesta passata sotto il nome di “Mensa dei poveri” (qui tutti gli articoli). Caianiello, infatti, ha già patteggiato una pena a 4 anni e 10 mesi di reclusione per queste vicenda e sta finendo di scontarli nel carcere di Busto Arsizio.
L’ex-ras dei voti di Forza Italia, che ha diretto il partito dal 1995 al 2019, ha risposto alle domande del pubblico ministero Silvia Bonardi partendo dalla ricostruzione della sua carriera politica iniziata con la nomina a consigliere comunale di Gallarate nel 1987 per il Partito Socialista Italiano.
Il ruolo di coordinatore occulto di Forza Italia in provincia di Varese
Ma è sul periodo in cui è stato “coordinatore occulto” di Forza Italia che si è concentrata l’analisi dell’accusa chiedendo perchè avesse assunto quel ruolo, nonostante fosse stato sospeso dal partito nel 2005 in seguito all’indagine per concussione (la famosa tangente per la costruzione del supermercato all’ex-Maino di Gallarate) che poi lo vide condannato a 3 anni in via definitiva, più di dieci anni dopo.
Il territorio si ribellò
«Avevo esperienza per miei ruoli precedenti anche come catalizzatore di voti, avendo curato diverse campagne elettorali e avendo ricoperto diversi ruoli sia nelle amministrazioni comunali che nelle società partecipate. La richiesta di occuparmi del partito arrivò dal territorio che si ribellò e mi chiese di tornare a guidare il partito. Luca Marsico e Nicola Mucci fecero iniziative per farmi riavere ruolo politico» – ha raccontato il mullah. Caianiello ha spiegato che dopo il 2011 non poteva più avere incarichi pubblici per via della legge Severino: «Non potevo avere introiti».
Il rapporto con Lara Comi
La pm ha anche chiesto quali fossero i rapporti con l’ex-eurodeputata forzista Lara Comi, anche lei a processo per truffa ai danni dell’Unione Europea: «Per il partito era una risorsa giovane che ritenevamo essere espressione del territorio e punto di riferimento a livello nazionale ed europeo».
Mi interfacciavo con centrodestra e centrosinistra
Caianiello è poi entrato nel dettaglio del suo ruolo di eminenza grigia: «Mi interfacciavo coi coordinatori del centrodestra per definire candidature e giunte. Mi occupavo anche di gestione dei servizi pubblici perchè avevo conoscenza dell’argomento dai tempi degli incarichi come capo-segreteria di Buscemi in Regione. Parlavo anche con esponenti del centrosinistra. Davo indicazioni per cariche amministrative o per creare società». In che modo? «I vari membri dei consigli di amministrazione e le cariche venivano decise ai tavoli provinciali dove ero presente. Indirizzavo e proponevo persone di fiducia che facevano riferimento a Forza Italia e poi le proposte venivano vagliate dai vertici».
Le nomine di Pedroni e Bordonaro
In particolare ha raccontato la nomina di Marcello Pedroni a Prealpi servizi e di Laura Bordonaro in Accam. Ma come faceva ad avere questo ruolo se, ufficialmente, era sospeso dal partito? «I vari coordinatori provinciali (ad esempio Rienzo Azzi e Lara Comi) si fidavano di me e mi davano ampio spazio di manovra».
Le attività lavorative di Caianiello
Il pm ha anche chiesto quali lavori avesse svolto durante la sua attività politica e qui la ricostruzione si fa un po’ più fumosa: «Fino al 1984 sono stato un dipendente del Ministero delle finanze in quanto gestivo una ricevitoria del lotto, poi con la privatizzazione del settore decisi di continuare come privato fino al 2002-2003. Negli anni successivi ho ricoperto incarichi nelle società pubbliche (Amsc, Prealpi Servizi). Nell’ultimo scorcio di attività politica (prima dell’arresto, ndr) ho provato a mettermi in proprio come consulente e con una società per la compravendita di quadri».
Quali consulenze? «Ho avuto una consulenza per Trenord (interrotta dalla società), una per una società che si occupa di energia e una per Librandi, la Skylab». Il pm ha chiesto chiarimenti su quest’ultima: «Attraverso le mie conoscenze avrei dovuto favorire la società perchè ottenesse incarichi in provincia di Varese».
Caianiello sarà ascoltato anche lunedì 19 settembre e in quell’udienza si entrerà nel particolare delle ipotesi di reato contestate e dei rapporti che lo legavano con gli altri imputati del processo.
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