Furti di decespugliatori, in aula condannato uno dei due evasi dal carcere di Varese

L’uomo ritenuto responsabile di una scia di reati nel Luinese: ad aiutare le forze dell’ordine un “club“ di anziani che tenevano d’occhio le case dei turisti

Allarme bomba al tribunale di Varese

Due anni e 10 mesi di reclusione per furto aggravato che ha appesantito la posizione di una vecchia conoscenza del tribunale di Varese e pure delle cronache: in aula mercoledì a Varese era presente uno dei due evasi dai Miogni, quando a San Valentino e con una corda-lenzuolo due detenuti riuscirono a darsi alla fuga (riacciuffati dopo 72 ore a Induno Olona).

Roberto Nardello oggi in aula per l’udienza finale del procedimento che lo vede coinvolto e dove è accusato di furto continuato di decespugliatori e materiali di utensileria per giardinaggio ai danni di numerose residenze vacanza affittate, o di proprietà di turisti svizzeri. Pino, Tronzano, la Veddasca: zone che figurarono dei mattinali dei carabinieri dall’aprile del 2019 all’ottobre dello stesso anno grazie alle segnalazioni di alcuni anziani, tutti con la passione per il giardinaggio e al servizio di alcuni facoltosi turisti svizzeri amanti del Lago Maggiore e che fino in fondo hanno fatto il loro dovere denunciando ai carabinieri le spedizioni. Una specie di “club“ di vecchietti appassionati dei i loro paesini a cui nulla sfugge.

Poi, l’episodio corollario che ha fatto scattare l’alt dei carabinieri. I militari chiamati dal giardiniere infatti trovarono nell’auto dell’indagato un decespugliatore sottratto, secondo l’accusa, proprio mentre il fattore l’aveva poggiato ancora acceso per il rifornimento di benzina: la sparizione dell’utensile aveva fatto scattare l’allarme al 112 con le pattuglie che avevano bloccato l’uomo all’altezza di Luino con la refurtiva nel bagagliaio. Da questo episodio i carabinieri della compagnia di Luino erano risaliti al bandolo della matassa con elementi che hanno permesso alla Procura di ricostruire la geografia dei colpi.

Dunque, difeso dall’avvocato Oscar Canzoneri, Nardello è stato condannato con rito abbreviato a 2 anni e 10 mesi (un risultato ragguardevole se si pensa che la condanna per uno solo degli episodi, quello in cui l’uomo venne fermato dai carabinieri, gli valse nel 2020 una pena di 2 anni e 8 mesi): 2 dei 5 furti sono stati infatti riqualificati da furto aggravato (cioè con danni alle cose, vedi effrazione alle serrature) in furto semplice in abitazione. E dunque, sebbene i reati siano uniti dal vincolo della continuazione, hanno portato i giudice (Rossana Basile) a concedere le attenuanti equivalenti alla recidiva e arrivare al computo di pena finale. Del resto l’imputato – condannato in primo grado ma innocente fino a prova contraria fino al compimento di ogni grado di giudizio – già nella fase preliminare aveva reso ampie confessioni circa la sua responsabilità. Al termine dell’udienza Nardello è stato nuovamente condotto nel carcere di Opera, dove è detenuto. Il pubblico ministero del procedimento era Monica Crespi.

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Pubblicato il 28 Settembre 2022
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