Maltrattata e abusata dal compagno, il racconto a Varese di fronte al giudice: “Ora mi sento un giocattolo rotto”

Mangiava quando lo decideva lui. La pizza? Fredda. Il cotechino? “Te lo mangi crudo”. E questo è niente. Perché nel processo a Varese giovedì mattina (6 aprile) sono stati ricostruiti numerosi e frequenti episodi legati ad abusi sessuali continui, comportamenti sessuali legati a sesso improvvisato con estranei, cercati sui social o per strada.

Obbligata a subire abusi irripetibili. Minacce utilizzando addirittura anche il cane di famiglia: «Adesso la porto nel bosco e l’abbandono”. Nel processo dinanzi al Collegio in Tribunale a Varese è stata ascoltata la psicoterapista che ha raccontato il progressivo avvilimento di una donna che “ha come perso consapevolezza della su condizione che è stata gradualmente aggravata».

Ma di cosa soffre oggi la persona offesa, chiede il difensore di parte civile Vittorio Crosta? «Disturbo post traumatico da stress conclamato di livello più grave. Vive uno stress psicologico continuo: telefonate prima delle udienze, apparizioni dell’ex compagno, bottiglie di birra della marca preferita fuori dall’auto della donna».

Una sorta di messaggi subliminali neppure tanto velati, secondo la psicoterapeuta, che sottopongono la donna ad una continua turbativa emotiva per quanto subito. I fatti contestati, che integrano il reato di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia, sarebbero durati un anno, dopo il 2021, e l’uomo è gravato dalla misura cautelare del divieto di avvicinamento. L’imputato verrà sentito nella prossima udienza a fine giugno.