“Ti racconto una fiaba”: Elio a Varese con Pierino e il Lupo, la musica classica diventa “pop”
La musica classica e il rap, i Beatles, la buona cucina e molto altro nell'intervista a Elio (alias Stefano Belisari). Il cantante sarà in scena venerdì 19 maggio con la fiaba di Prokof'ev per i 25 anni dell'Università dell'Insubria

Elio arriva a Varese in una veste insolita, quella del narratore di fiabe. Se la maggior parte del pubblico è abituato a vederlo in scena con la sua storica band, gli “Elio e Le Storie Tese”, questa volta il cantante si dedica alla sua altra grande passione, la musica classica, interpretando la fiaba musicale senza tempo di Sergej Prokof’ev “Pierino e il Lupo”. Lo farà la sera di venerdì 19 maggio al Teatro di Varese, accompagnato dai Filarmonici di Busseto per un evento speciale: i festeggiamenti per i 25 anni dell’Università dell’Insubria di Varese.
Una fiaba, quella del musicista russo, nata per essere destinata al pubblico dei bambini, che spesso rileva il suo significato più profondo anche agli adulti. Il cantante e musicista la porta in scena da diversi anni, così come fa con altri spettacoli firmati da grandi compositori del passato, con la voglia di far scoprire quanto la Classica può essere Pop. Tra gli artisti che hanno prestato la propria interpretazione a questo classico senza tempo si ricordano anche Angelo Branduardi, Lucio Dalla e Roberto Benigni.
In questa fiaba Elio (alias Stefano Belisari) interpreta Pierino, il lupo, l’anatra e tutti i personaggi del racconto in maniera personale, con un punto di vista inedito, ma restando fedele ad un’opera che definisce «un capolavoro». E soprattutto ricordando che per capire la “musica Classica” bisogna superare i nostri preconcetti. «È come in cucina, quando si scopre che oltre alle patatine fritte c’è altro, poi non si torna più indietro». E aggiunge: «Anche i Beatles sono Classici, così come tutto quello che ci piace a distanza di anni».
Da dove nasce questa intenzione di avvicinare la musica classica ai bambini e al pubblico in generale?
«Nasce grazie alla collaborazione con artisti del mondo classico e con i quali condivido questa idea. Questo spettacolo, in particolare, è nato con l’idea di avvicinare il pubblico dei più piccoli all’orchestra, ma non è l’unico. In questi anni ho portato in scena anche altri spettacoli, come Il barbiere di Siviglia ad esempio. Tutti progetti che vogliono recuperare le persone all’ascolto della musica Classica, servendola in modo interessante. Un po’ come si fa come un piatto che si porta in tavola presentato in maniera invitante».
Perché questa fiaba e non un’altra? Che tipo di narratore incontreremo sul palcoscenico?
«Perché nasce già con l’obiettivo di rivolgersi al pubblico dei più piccoli. Mi presento come un narratore che resta il più fedele possibile al testo originale, mi permetto qualche iniziativa personale, ma senza esagerare. È un’opera che è già un capolavoro, il fatto che continui ad essere interessante anche oggi ne è la prova tangibile. Quando ascoltiamo compositori come Mozart e Rossini, il loro fascino perdura nel tempo, così come accade con spettacoli come questo».
Secondo lei perché la musica classica risulta così difficile al grande pubblico?
«Come per tutte le cose ho una mia teoria: credo che sia importante dare un significato chiaro delle parole. Mi spiego: il termine classico non si riferisce solo alla musica dei compositori antichi, ma a tutto ciò che resiste all’effetto del tempo e continua a piacerci nel corso degli anni. A mio parere, anche i Beatles sono da considerarsi classici, nonostante qualcuno possa storcere il naso davanti ad una dichiarazione di questo tipo. È fondamentale dare alle parole il giusto significato, il che ci conduce a opere di artisti come Rossini e ad altre creazioni antiche e straordinarie. Questi artisti erano esseri umani come noi che hanno dato vita a opere d’arte meravigliose. Nella pittura nessuno si sognerebbe di definire polverosi artisti come Leonardo o Raffaello, ma nella musica spesso accade. Il motivo è probabilmente dovuto al fatto che siamo bombardati da musica di bassa qualità, dalla radio a internet che ci propongono continuamente cose nuove, e finiamo per apprezzare brani scarsi. Torno a fare un paragone con la cucina: se ci limitiamo a mangiare solo patatine fritte, ci priviamo della possibilità di abituare il nostro palato a gusti più evoluti ed affascinanti e dai quali difficilmente si torna indietro».
Secondo lei perché oggi la musica è meno di qualità?
«Mi vengono in mente le parole di Luciano Berio che diceva “la musica è tutta uguale, si divide in musica bella e in musica brutta”. Trovo che oggi ci sia in giro musica composta male o fatta da gente ignorante, nel senso che ignora la musica, non la conosce. Per scalare le classifiche e fare follower oggi si è disposti a passare sopra a tutto, mi sembra che l’importante sia fare i soldi. Il risultato è che non c’è bellezza. Non vale per tutti ovviamente, ci sono giovani che suonano molto bene e si fanno il culo come ho fatto io ai miei tempi. Amo i paradossi: durante lo spettacolo racconto che Rossini ha scritto “Il barbiere di Siviglia” a 24 anni. Oggi la maggior parte dei rapper ha più di 24 anni e il risultato non è esattamente la stessa cosa».
Dopo tutti questi anni in tour con questo tipo di spettacolo, ha capito se la Classica può diventare più “Pop”?
«Non ho tutta questa forza, ma girando per teatri noto che gli spettacoli un effetto lo ottengono. Soprattutto tra i bambini, loro sono il mio pubblico preferito. Arrivano a teatro senza preconcetti e si mettono in ascolto, se uno spettacolo piace, piace, se non piace, non piace. Spesso però lo apprezzano e questo è bello perché significa abituare il gusto. La musica dei grandi compositori è più bella e interessante di quella che ascoltiamo oggi».
Siamo abituati a vederla in scena con gli Elio e le Storie Tese, in questo caso invece sarà in scena con i Filarmonici di Busseto, come si approccia alle diverse situazioni?
«Nel primo caso sono a casa, nella mia zona di comfort. Queste occasioni invece mi spingono a vivere e fare esperienze nuove. Sono sempre interessato alle cose nuove, mi piace molto cambiare e provare quella sensazione lì, la bellezza del nuovo».
Lei partecipa ad un appuntamento importante per la città di Varese, i 25 anni dell’ateneo cittadino. Come ricorda il suo periodo di studio e cosa direbbe ai giovani che oggi nel loro percorso si sentono minacciati dal “lupo”?
«Ho molto chiaro e in mente i miei anni, gli anni in cui ero io studente. Personalmente mi sono fatto un culo quadro, ma è una età in cui bisogna spingere, si hanno i mezzi fisici per farlo. Sono anni tosti e non bisogna aspettare che gli altri ci diano una mano, dobbiamo essere noi a darla agli altri e contare sulle nostre forze. So che spesso si vorrebbe perdersi in altro, ma bisogna avere la forza di persistere».
Lei è sempre attento ai temi dell’inclusione e della diversità. L’ultima volta l’abbiamo vista accanto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante l’inaugurazione di Pizza Aut, come ricorda quell’incontro?
«È stata un’emozione fortissima, Mattarella ha dato l’ennesima prova di essere un uomo come noi, inserito nel tessuto sociale e in grado di rendersi conto dei problemi reali. Piazza Aut è una realtà a cui sono molto legato e svolge un ruolo fondamentale per le persone autistiche e per le loro famiglie perché va incontro ad una esigenza reale, quella dell’inserimento del mondo del lavoro per persone con disabilità. Sono legato anche a Varese, prima della pandemia ho partecipato all’inaugurazione delle Blue Home destinate ai genitori a cui è stato appena diagnosticato l’autismo del figlio e realizzate dalla Fondazione Sacra Famiglia. Ero legato a Lucio Moderato (scomparso a causa del Covid) così come resto legato a Cristina Finazzi. Ovviamente poi, a Varese ho diversi amici musicisti come Vittorio Cosma».
LA SERATA
La serata si aprirà alle 20.30 con un breve momento istituzionale, con il magnifico rettore Angelo Tagliabue e i direttori delle due principali testate del territorio: Silvestro Pascarella del quotidiano La Prealpina e Marco Giovannelli di Varese News. Presenta e conduce la giornalista Silvia Giovannini di Confindustria Varese. Porteranno il saluto delle istituzioni il sindaco di Varese Davide Galimberti e l’assessore regionale all’Università Alessandro Fermi.
Alle 21 va in scena l’atteso «Pierino, Elio e il lupo», con il popolare fondatore di Elio e le Storie Tese accompagnato dai Filarmonici di Busseto: flauto Giovanni Mareggini, clarinetto Corrado Giuffredi, fisarmonica Cesare Chiacchiaretta, chitarra Giampaolo Bandini, contrabbasso Antonio Mercurio, percussioni Roger Catino.
Nel programma dello spettacolo, oltre all’op. 67 di Prokofiev: «Movie Suite» (arranged by Roberto Molinelli) di Nino Rota, Suite da «Porgy and Bess», «Americano a Parigi», «Rapsodia in Blu» di George Gershwin (arranged by Giacomo Scaramuzza) e la «Marcia» in si bemolle maggiore op.99 sempre di Prokof’ev.
I biglietti ad ingresso gratuito sono stati esauriti in 15 ore dalla prevendita, ma è possibile sperare di entrare fino all’ultimo verificando sulla piattaforma di prenotazione se c’è qualche rinunciatario.
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