La scuola di San Fermo in finale alle Olimpiadi di problem solving
Dopo aver vinto le fasi regionali, sabato 13 aprile, la squadra composta da 4 ragazzi della classe 5B della primaria IV Novembre giocherà la finale nazionale a Cesena
La grande soddisfazione per la vittoria nella fase regionale delle Olimpiadi di problem solving, è solo l’inizio di una nuova emozionante avventura: giocarsi la finale nazionale a Cesena.
Protagonisti di questa avventura sono 4 ragazzi della 5B della scuola primaria IV Novembre di San Fermo (IC Varese 1 Don Rimoldi): Gaia Graniero, Sarah Staiano, Leonardo Fumagalli e Filippo Raimondi. Venerdì pomeriggio gli studenti, assieme ai genitori e alla loro insegnante, Raffaella Giomi, partiranno per Cesena dove disputeranno, sabato 13 maggio, la finalissima delle Olimpiadi di problem solving nella loro categoria, riservata alle classi 4^ e 5^ delle primarie.
LA SFIDA DEL PROBLEM SOLVING
Diversamente da quanto accaduto per le prime gare online e poi per la fase regionale, che tutti gli studenti hanno disputato nelle loro classi a scuola, con a disposizione solo i materiali consentiti, quali atanti e vocabolari, questa volta la gara sarà in presenza, nella sede locale dell’Università di Bologna.
A sfidarsi 21 squadre, una per ciascuna regione.
«I ragazzi non competono su ciò che sanno, ma sulla capacità di rielaborare le informazioni in loro possesso per trovare nuove risposte e soluzioni – spiega l’insegnante – E devono farlo insieme: questo per me è il valore aggiunto della competizione. I ragazzi devono lavorare in squadra, devono sapersi spiegare, saper ascoltare, devono fidarsi, devono saper difendere le proprie intuizioni e allo stesso tempo saper valutare e accettare le idee degli altri per trovare insieme la soluzione».
LA PREPARAZIONE IN CLASSE
Già da settembre tutti i ragazzi della 5^B si sono allenati sul probelm solving, disciplina che interessa trasversalmente diverse discipline, dalla geografia alla matematica in inglese e quesiti di pseudolinguaggio «che sono in sostanza equazioni, anche se formulate come un gioco, in cui bisogna travare un’incognita, matematico o anche no, attraverso un procedimento metacognitivo», spiega l’insegnante.
Negli ultimi mesi una dozzina di studenti di 5B, i più portati per il problem solving, hanno approfondito la materia nelle ore in cui i compagni proseguivano sul potenziamento di matematica, per partecipare poi alla gara regionale divisi in 3 squadre. «I ragazzi si sono appassionati a questo gioco sfidante – racconta Giomi – per acquisire maggiore sicurezza nelle ultime settimane abbiamo lavorato anche il sabato da casa, facendo insieme degli esercizi in videocall su meet. Anche le famiiglie sono state molto disponibili, hanno sostenuto l’iniziativa e di questo le ringrazio infinitamente».
Altri ringraziamenti vanno alla dirigente, Luisa Oprandi, e a tutto il collegio docenti del Ic Varese 1 che insieme «sostengono una significativa libertà didattica, permettendo ad ogni insegnante di seguire, anche singolarmente, le diverse opportunità proposte dal Ministero».
UN’ESPERIENZA MITICA
Le Olimpiadi del problem solving sono infatti un’iniziativa del Miur. E l’insegnante Raffaella Giomi aveva già conquistato una finale, cinque anni fa, con il precedente ciclo di studenti portati in classe 5^: «So già che per loro sarà un’esperienza mitica – afferma – vivere insieme quest’avventura, sfidarsi e confrontarsi con altri ragazzi provenienti da tutta Italia da soli, nella grande aula magna dell’Università».
Gli adulti accompagnatori, genitori e insegnanti, non potranno assistere alla gara, ma saranno presenti alla fine, per la proclamazione del vincitore: «Vada come vada, sarà un’esperienza che ricorderanno per tutta la vita – dice Giomi – Le competenze apprese con questi giochi, per questi quattro ragazzi e per tutti i loro compagni che fanno il tifo da casa, saranno una risorsa importante che li accompagnerà sempre».
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