Insieme intorno al fuoco: arriva la gioeubia del 2025
Come da tradizione l'ultimo giovedì gennaio si brucia il fantoccio che rappresenta i mali dell'inverno e annuncia che si va già verso la bella stagione. I fuochi si accendono nella zona della pianura. E diventano momento di comunità
Sarà una serata di fuoco, di piatti da mangiare insieme, di abbracci per combattere il periodo più freddo dell’inverno: torna l’appuntamento della gioeubia, il rogo propiziatorio che si celebra nella zona della pianura lombarda e piemontese, tra la Brianza, il Varesotto, il Milanese, il Novarese, ma anche giù giù fino al Piacentino.
Ogni località ha un po’ le sue tradizioni specifiche, anche se il grande elemento unificante è il rogo del fantoccio della strega, che rappresenta i mali dell’anno che è passato e dell’inverno. E che diventa benaugurante per il nuovo anno: le giornate che già impercettibilmente si stanno allungando dicono che il periodo più duro dell’inverno è passato e che arriverà la primavera.
Già si “scaldano i motori” nelle città e nei paesi, spesso per impegno delle Pro Loco e di tanti volontari coinvolti.
Negli ultimi anni si è iniziato a bruciare la gioeubia anche nelle zone di collina, ma in origine la tradizione era soprattutto della pianura.
A Busto Arsizio tradizionalmente le gioeubie sono più d’una, legate anche ai quartieri: i diversi fantocci (che a Busto sono anche goliardici, con ricorrenti polemiche) vengono anche raccolti in piazza in centro, al pomeriggio.
A Gallarate “il rogo della giubbiana” è itinerante tra diversi quartieri, di anno in anno: in questo 2025 è ospitato ad Arnate, al campo sportivo, dalle 20.30. Qui parte della tradizione è la cena a base di risotto con la luganega, cucinato nella pentola del Guinness dei Primati del 1998.
A Lonate Pozzolo – vicino a Malpensa – invece si fa il “cinin”, una cena frugale con “salamin cui fasurit”, salamini e fagiolini.
A Cardano al Campo è in uso il nome di “Zobia”. In alcuni luoghi, come Arsago Seprio, ci si è ricollegati anche ad antiche usanze celtiche, precristiane.
Tante sono le gioeubie in Valle Olona, fino a Castellanza e Legnano.
Attesa per la Gioeübia in Valle Olona, tutti gli orari dei falò
Il rogo della gioeubia fa parte dei riti del fuoco e della luce che attraversano il mese di gennaio, in forme e con nomi diversi: l’altro esempio più famoso è il falò di Sant’Antonio a Varese, ma ci sono anche altre tradizioni, come quella dell’ultimo dell’anno a Germignana (“sa brusa ul vecc”).
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