Abbuoni, scatti, cadute: Covi è secondo al Giro d’Ungheria
Nelle ultime due frazioni il varesino ha rosicchiato alcuni secondi a Lopez sui traguardi volanti ma non è riuscito a colmare il distacco dal colombiano. Prossimo appuntamento il Giro di Norvegia a fine mese

Il verdetto della tappa regina, quella di venerdì con l’arrivo in salita di Kekesteto, è stato decisivo per il Giro di Ungheria di ciclismo: il vincitore della frazione, il colombiano Harold Martin Lopez (Astana) ha difeso negli ultimi due giorni i pochi secondi di vantaggio sul nostro Alessandro Covi, aggiudicandosi la classifica finale della corsa magiara. (foto UAE Team Emirates)
Un Covi che, quindi, non è riuscito a sovvertire il risultato finale ma che non per questo si deve rammaricare. Il Puma di Taino era stato vittima di una caduta che, per fortuna, non ha avuto per lui gravi conseguenze ma che è stata (lo dice lui stesso) «una delle peggiori della mia carriera» e che ha causato il ritiro del compagno di squadra Torres e del danese della Bora Wandahl.
Nonostante ciò, Covi ha provato a restare con Lopez a Kekesteto, è arrivato secondo a 7″ che però sono diventati 11″ in classifica per gli abbuoni assegnati a entrambi. Nelle ultime due tappe il corridore varesino della UAE Emitates-XRG non si è però arreso ed è andato a caccia degli abbuoni assegnati sui traguardi volanti.
Sabato il Puma ha recuperato 3″, domenica ha guadagnato un altro secondo ma per vincere il Tour de Hongrie avrebbe dovuto conquistare anche la vittoria di tappa che, però, si è risolta in uno sprint di gruppo. Alessandro, per quanto abile in volata, non può competere con gli specialisti: si è piazzato decimo e si è parzialmente consolato con il successo del compagno di squadra Molano davanti a Van Poppel e Teutemberg. Lopez ha quindi vinto con un margine di 7″.
La primavera del corridore del Basso Verbano resta comunque molto buona: due vittorie, due secondi e un terzo posto, due maglie a punti sfiorate e una condizione sempre interessante. Ora per lui ci sarà una decina di giorni senza corse per poi tornare in gara al Giro di Norvegia tra il 29 maggio e l’1 giugno: quattro tappe dove provare a lasciare il segno.
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