Arriva la primavera, il museo d’arte di Gallarate si sposta all’aperto e diventa itinerante
Usando anche la speciale "Apemaga", il museo porta le sue attività in due parchi, a libero accesso per i bambini. Un progetto che durerà per tutto maggio

Arriva la primavera e il museo d’arte si trasferisce all’aperto, nei parchi della città. È la novità del Maga, il museo d’arte contemporanea di Gallarate: le attività en plein air, tra fili d’erba e alberi, hanno un nome dolce – la Maggiolata – che si ispira alle feste di maggio del Centro Italia, momenti comunitari favoriti dal bel tempo e dalle sere che si fanno più lunghe.
Gli appuntamenti sono pensati per i bambini, ma non solo: due giorni a settimana, per tutto il mese di maggio, sfruttando come “base” anche l’ApeMaga, lo speciale veicolo allestito su un’Ape Piaggio trasformata in laboratorio itinerante.
L’Ape Maga e le operatrici del museo si presentano nei parchi designati, l’utenza è libera, si accostano i bambini che vogliono e con loro anche genitori o nonni.
Il debutto è stato lunedì al parco di via Trombini , nel cuore del centro storico, mentre nei quattro giovedì del mese l’appuntamento è al parco di via Solferino, nel quartiere collinare di Ronchi.
«Due parchi che sono vicini a scuole primarie e scuole dell’infanzia, due parchi che già sono frequentati tutto l’anno dai bambini» sottolinea Claudia Mazzetti, assessora alla Cultura e all’Istruzione del Comune di Gallarate.
“Maggiolata” è un progetto promosso dal museo Maga e dal Premio Gallarate in collaborazione con l’assessorato alle Attività formative di Gallarate, la Biblioteca Civica Luigi Majno e l’artista Antonio Marciano.
Attorno all’ApeMaga si fanno letture condotte dal personale della Biblioteca Civica Luigi Majno e si sperimentano laboratori creativi, progettati in collaborazione con Marciano e condotti dal personale del Dipartimento Educazione al patrimonio e alta formazione del Museo Maga, che prevedono l’utilizzo dei famosi chiodini Quercetti.
L’artista Marciano coinvolge i bambini e le famiglie nelle composizioni “Chiodini di parole”, create intorno all’uso delle lettere: una sorta di Scarabeo, un momento creativo che unisce le « lettere del nostro alfabeto, di quello arabo, di quello cirillico» dice Marciano. Le composizioni confluiranno poi in un archivio fotografico che raccoglierà l’esperienza di questo speciale maggio nei parchi di Gallarate.

Un bel progetto che per ora tocca due zone, anche se in futuro (se si riusciranno a intercettare altri fondi) si vuole estenderlo anche ad altri quartieri periferici.
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