“La Sette Laghi ha scaricato tutte le responsabilità su di noi”: la dura replica della ditta che gestisce il magazzino

Con una lettera, la Dimax, subentrata nella gestione del servizio esternalizzato di logistica e distribuzione negli ospedali, dà la sua versione della vicenda

magazzino logistica

La ditta incaricata di gestire il magazzino e la distribuzione di farmaci e presìdi all’Asst Sette Laghi replica all’articolo dello scorso 14 maggio in cui davano notizia delle decisioni prese dall’azienda ospedaliera. (Immagine di repertorio)


Caro Direttore,

leggiamo con vera sorpresa su Varesenews del 14 maggio u.s. la notizia dell’entrata a gamba tesa dell’ASST dei Sette Laghi sulla questione della gestione dei farmaci e delle forniture sanitarie ai vari presìdi che fanno capo a quell’ASST e Le chiediamo di pubblicare – ai sensi dell’art. 8 della legge sulla stampa (legge n. 47 del 1948 e s.m.i.) – la seguente.

Tutto è cominciato il 10 aprile scorso, quando “Striscia la notizia” mandò in onda un servizio di denuncia sul malfunzionamento dell’esternalizzazione del servizio di fornitura di farmaci e altri materiai sanitari negli ospedali che fanno capo all’ASST dei Sette Laghi.

Intervento a gamba tesa, perché la scrivente Società affidataria dell’appalto aveva accettato di prendere la responsabilità del servizio dopo che, nel breve volgere di pochi mesi, altre due società o erano fuggite o avevano rinunciato prima ancora di cominciare a lavorare in una struttura quale quella dell’ASST dei Sette Laghi.

Siamo subentrati ai precedenti gestori in una situazione di ritardo di consegne di tutto il materiale di circa 10/15 giorni e con un magazzino, oggetto del trasferimento, bloccato per circa 1 settimana a causa di inagibilità igienica.

La scrivente Società ha conosciuto dal 26.06.2024, ovvero da quando ha iniziato a colloquiare con la ASST Sette Laghi, ad oggi, ben 3 responsabili del procedimento ed ha trovato numeri e dati totalmente diversi e stravolti rispetto a quelli indicati dall’Amministrazione prima della gara d’appalto, e – soprattutto – rispetto alla nostra visione del lavoro e della logistica ospedaliera moderna.

Avevamo cercato – anche attraverso trattative e reciproche concessioni, ed assumendoci costi non previsti, di porre rimedio – con le tecnologie moderne e con una organizzazione informatizzata – alle gravi mancanze che aveva riscontrato fin dal suo ingresso nell’ASST.

Ma, invece che collaborare con quanti, facendo mostra di buona volontà e di senso civico, si erano fatti carico di un servizio già a prima vista caotico e scarsamente efficiente, ASST aveva cominciato da sùbito a tenere un atteggiamento arcigno e inquisitorio nei confronti della scrivente Società, contestando ogni piccola mancanza, sventagliando esose penali ad ogni pretesa inadempienza, creando un clima di tensione e di sospetto che neppure alcune ampie riunioni anche alla presenza dei legali esterni delle due parti erano riuscite a superare.

Non è bastato che fin dal primo giorno abbiamo impegnato circa il doppio del personale rispetto a quello previsto, così come il numero degli automezzi, e neppure che il Direttore Generale dell’ASST, dopo i primi 20 giorni, alla presenza del Vice Prefetto, si fosse impegnato ad assisterci nel sostenere gli oneri che si erano triplicati a causa delle condizioni drammatiche riscontrate nello svolgimento del servizio.

Ora leggiamo non solo della risoluzione unilaterale del contratto di fornitura da parte di ASST senza alcun preavviso (per la quale deciderà la magistratura), ma addirittura di una ASST che pubblicamente scarica tutte le responsabilità dell’attuale stato di cose sui fornitori del servizio, bellamente tacendo dei gravissimi disservizi che la scrivente Società aveva sùbito trovato, appena entrata a lavorare nell’ASST dei Sette Laghi, e della carente situazione organizzativa della stessa ASST.

Insomma: invece che por mano seriamente e responsabilmente quanto meno a tentare di rimettere in sesto le cose (e chi scrive aveva finora dato la sua disponibilità a collaborare), l’ASST dei Sette Laghi – mentre ancora brucia la satira di Max Laudadio – tenta di ribaltare i termini del problema – che è tutto suo – sulla scrivente Società.

Lo ha già fatto con altri (troppi) fornitori che o si sono sfilati, o non hanno neppure cominciato, date le condizioni sia contrattuali proposte, sia concretamente operative sul campo.

E invece, senza alcun preavviso, ci siamo trovati di fronte a questa uscita pubblica, tutti schierati, per scaricare tutte le “colpe” e tutta la responsabilità sull’ultima arrivata. La quale, però, nonostante difficoltà ampiamente documentate, (inventari in contraddittorio saltati, volumi di materiale abnormi da gestire senza preavviso, condizioni igienico sanitarie dei magazzini presi in carico da paura, con escrementi di topi ovunque [su questa frase si rimanda alla nota in fondo alla pagina], tanto che abbiamo dovuto chiedere l’intervento per bonifica prima di prendere in carico le merci; e non ultimo il problema definito “clausola sociale” del completo assorbimento di personale di facchinaggio, inadeguato per il contesto tecnologico da noi messo in piedi, da formare e che a tutt’oggi, nonostante che la maggior parte dei lavoratori abbia manifestato piena disponibilità a seguirci sacrificandosi il sabato, la domenica e in orari notturni non è completamente autonomo). Ma ASST Sette Laghi dopo aver caldeggiato il passaggio “per il bene della comunità”, poco si è interessata degli effetti che questo cambio di appalto (così avventuroso ed improprio) ha scatenato nella nostra organizzazione.

Siamo, tuttavia, e restiamo aperti a documentare anche pubblicamente tutto quanto dichiarato e con l’augurio di un analitico approfondimento e di un lucido ripensamento da parte dell’ASST dei Sette Laghi nei suoi vertici e in tutto il suo apparato operativo.

Distinti saluti

 

Con un’ulteriore rettifica, l’azienda precisa

“Con riferimento alla nota di rettifica trasmessa in data 19 maggio 2025 (Prot. DXD92/25), si precisa che le problematiche igienico-sanitarie descritte – in particolare la presenza di escrementi di roditori che ha reso necessario un intervento di bonifica – riguardavano esclusivamente il magazzino economale e non la farmacia ospedaliera. Ogni diversa interpretazione è da ritenersi frutto di una nostra involontaria imprecisione nella formulazione del testo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 19 Maggio 2025
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