Reset globale, sfide europee: tra diplomazia, mercati e intelligenza artificiale
La tavola rotonda all'assemblea di Confindustria Varese: dall’intesa tra UE e Gran Bretagna alle tensioni in Ucraina e Medio Oriente, dai colloqui ad alta quota a nuove strategie industriali. L’Europa cerca una risposta unitaria, pragmatica e competitiva

Se si parla di contesto globale, l’ultima settimana ha visto una straordinaria concentrazione di eventi geopolitici e commerciali: un nuovo accordo tra Unione Europea e Gran Bretagna, colloqui economici tra Cina e Stati Uniti, un confronto armato tra India e Pakistan, un incontro di alto livello tra Russia e Ucraina e infine il vertice G7 moderato dall’Italia, con Ursula von der Leyen in prima linea.
In questo contesto, si parla oggi di un possibile “reset” commerciale tra Bruxelles e Londra e si attende una telefonata cruciale tra Donald Trump e Vladimir Putin.
I mercati, nel frattempo, hanno attraversato una fase di shock profondo: l’incertezza geopolitica pesa sull’economia quanto un evento esogeno imprevisto. Pur se in ripresa, le cicatrici restano. E restano anche segnali di sfiducia, soprattutto verso gli Stati Uniti. L’Europa, però, ha le sue carte da giocare. Come ricordato dal presidente Draghi, la direzione è tracciata: una bussola strategica per la competitività è finalmente sul tavolo. E la speranza condivisa è che la risposta europea sia corale, pragmatica e semplice.
A illustrare le prospettive future all’assemblea generale di Confindustria Varese, due figure di rilievo: Francesca Campolongo, direttrice per i dati e la trasformazione digitale della Commissione Europea, e Natalie Tocci, direttrice dell’Istituto Affari Internazionali. Moderatrice dell’incontro la giornalista Silvia Berzoni.
SCENARI DI GUERRA E DIPLOMAZIA
Sul fronte ucraino, Tocci esclude un cessate il fuoco a breve termine: Mosca prepara un’offensiva estiva e solo un fallimento strategico russo e il continuo supporto europeo potrebbero aprire a una tregua verso fine anno. Nel frattempo, si assiste a un balletto diplomatico segnato dall’ambiguità statunitense. Nel Medio Oriente la situazione è ancor più bloccata. La crisi a Gaza prosegue senza una soluzione all’orizzonte, mentre gli Stati Uniti bilanciano accordi con i paesi del Golfo e la normalizzazione con Siria e Yemen, mantenendo uno scambio implicito con Israele.
EUROPA: VULNERABILITÀ E RISORSE
Campolongo ha delineato le principali fragilità dell’Europa. A cominciare dall’energia più cara rispetto ai competitor, frammentazione del mercato interno e dipendenza da tecnologie extraeuropee (80% dell’high tech è importato). Ma anche i punti di forza: un vasto bacino di talenti, un importante capitale umano e iniziative come l’“Isola per la produttività” che punta su innovazione, decarbonizzazione e sicurezza. Le nuove norme in arrivo puntano a far crescere le startup europee e contrastare la “fuga” di unicorni. Il nuovo regime giuridico europeo mira proprio a semplificare l’ambiente normativo per le imprese tecnologiche.
LA SFIDA DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
L’Europa è stata la prima a regolare l’IA, puntando su un modello etico e sicuro. L’obiettivo ora è passare all’applicazione industriale: supercomputer, laboratori condivisi e 20 miliardi di investimenti sono il cuore della strategia. Ma solo il 13,5% delle imprese europee usa attivamente l’IA: serve formare competenze e semplificare gli standard. A Ispra, il centro di ricerca europeo conta più di 2000 ricercatori e 40 laboratori. I progetti già in atto con l’industria puntano a tradurre la ricerca in innovazione concreta. Ma il gap rimane: il 27% dei ricercatori in IA sono europei, ma le aziende attive sono solo la metà rispetto agli USA.
UN FUTURO TRA DIFESA E TECNOLOGIA
È risaputo che storicamente la difesa è un terreno d’innovazione teconologica. Oggi è anche leva di politica industriale. La Germania guida un nuovo approccio integrato, dove sicurezza, infrastrutture e transizione energetica sono viste come un unico pacchetto strategico. Con l’accordo europeo sui 150 miliardi per la difesa, si apre la possibilità di investire in tecnologie che vanno a beneficio sia del settore militare sia per quello civile. In questo scenario complesso e interconnesso, l’Europa ha l’occasione di affermare il proprio modello. Ma per farlo deve essere unita, veloce e ambiziosa.
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