Brenneke a Materia ha suonato “l’inutilità” per sfuggire alla dittatura della permanenza, dei dati e degli algoritmi
Il cantautore di Busto Arsizio, in dialogo con Francesco Castiglioni, ha suonato dal vivo i brani del nuovo EP "Sottostanza", destinato a scomparire da YouTube tra meno di un mese

Quella di ieri sera, venerdì 13 giugno, a Materia è stata la prima, (e forse l’unica), volta in cui Brenneke ha suonato più Raro di per sempre e Promemoria, le canzoni contenute nel nuovo e “impermanente” EP Sottostanza.
Brenneke e il disco che scompare: “Sottostanza” è l’ep online per 27 giorni
Pubblicato giovedì 12 giugno per l’etichetta fantasma Dischi Immaginati, il breve EP rimarrà, esclusivamente su YouTube, per un totale di 27 giorni, fino all’8 luglio, poi scomparirà.
Una scelta particolare, che il cantautore di Busto Arsizio – vero e proprio local hero indie del Varesotto – ha voluto così spiegare nello spazio libero di VareseNews, rispondendo alle domande di Francesco Castiglioni, che hanno spaziato dall’utilizzo oggi (e ieri) dell’intelligenza artificiale nella composizione musicale (da Logic Pro a Suno) e l’evoluzione/involuzione della scena in provincia.
«Oggi l’algoritmo governa il modo in cui appari, tutto è numero e quantità – commenta -. Una conseguenza è l’ossessione che la musica sia permanente, che costretta a lasciare una traccia. Quando ho deciso di pubblicare queste canzoni volevo invece cercare un modo diverso per trovare una connessione. Mi piaceva dunque che questa mia musica fosse l’opposto, che quello che ho fatto finisca. Mi piaceva l’inutilità. Per fortuna RC Waves – l’etichetta che ha realmente curato la distribuzione dell’ep – ha sposato l’idea».
Per sfuggire a «questa dittatura, a una logica noiosa dettata da un insieme di leggi non scritte» Brenneke ha scelto YouTube, la piattaforma più libera, non per forza vincolata alla musica, e maggiormente svincolata rispetto agli altri player musicali: «YouTube è uno spazio molto ampio, in tutti i sensi. Dà la possibilità di commentare, scaricare o embeddare i contenuti all’interno di altre pagine digitali. La canzone sono lì, a disposizione di tutti, ognuno può fare quello che vuole. Anche scaricare? – chiede Castiglioni -. Anche scaricare. Quello che cambia rispetto ad altre piattaforme è che la relazione si crea. Per esempio con Spotify, il rapporto per l’ascoltatore alla fine che si esaurisce all’interno della piattaforma stessa. Il web invece dà una possibilità più ampie, ma che oggi non usiamo, non completamente».
Ascolta l’intervista
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