“L’opportunità non era rifiutabile”: si presenta Alessio Battaglino, il nuovo direttore sportivo del Varese
La società biancorossa ha presentato il nuovo ds, che vive in città da qualche anno: "La varesinità conta, io ci credo anche perché vivo la città e vede che c’è tanta attenzione, ma dipende anche dai ragazzi cosa vogliono diventare". Giovanni Rosati: "Vogliamo una squadra più umile: l'anno prossimo niente nome sulle maglie"
Si chiude una pagina, ne inizia una nuova. Allo stadio “Franco Ossola” il Varese Football Club, rappresentato dal presidente Paolo Girardi e dal direttore generale Giovanni Rosati, ha presentato il nuovo direttore sportivo biancorosso Alessio Battaglino.
Ad aprire l’incontro è stato il presidente Paolo Girardi: «C’è stato un cambio dell’ordine del giorno di questa conferenza, dettato da un problema di lavoro di Antonio Rosati, ma la riprogrammiamo tra qualche giorno perché speriamo anche di avere maggior chiarezza sugli argomenti chiari a tutti a livello societario. Oggi ci spostiamo sulla presentazione del nuovo direttore sportivo Alessio Battaglino e contestualmente possiamo comunicare che l’allenatore sarà Andrea Ciceri. La scelta è stata fatta con grande attenzione, c’è stata una lista lunga ma l’esperienza di Alessio e il grande lavoro di ricerca fatto da Giovanni ci hanno portato a questi profili».
Giovanni Rosati si è soffermato sui criteri che hanno portato alla scelta del nuovo ds: «Non voglio dilungarmi troppo, mi preme dire che la scelta di Battaglino è dettata da un bisogno di guardare al futuro con la forza di quello che è stato fatto fino ad adesso. Mi preme dire che cerchiamo dare continuità e abbiamo scelto il profilo di un direttore che crediamo sia adatto a questo ruolo e che ci aspettiamo viva direttamente lo spogliatoio e anche la città perché risiede a Varese. Bisogna sempre cercare di fare un’analisi di un percorso, però rispetto all’anno scorso qualcosa nella coppia direttore sportivo-allenatore non è scattato, ma crediamo che possa portare dei valori. Ci siamo sentiti quindi di puntare nuovamente su due profili che avessero un rapporto già instaurato».

Le prime parole di Battaglino sono dei “grazie”: «La prima cosa che mi sento di fare sono dei ringraziamenti alla società che mi ha scelto. Non hanno certo dovuto convincermi. Devo ringraziare la mia famiglia che in questo periodo in cui sono stato fermo mi è stata vicino e infine ringrazio Salvo, un mio amico, che in un momento complicato mi ha dato una mano. L’opportunità non era rifiutabile, al di là di tutti gli aspetti economici e burocratici. Ho avuto qualche offerta ma non ho avuto alcun dubbio: non devo spiegare io cos’è il Varese, anche se so che tifosi e ambiente stanno soffrendo questa categoria. Nessuno vorrebbe il Varese in Serie D, ma ci sono aspetti da guardare e costruire per ottenere i risultati. Se siamo andati un po’ lunghi è stata solo colpa mia perché c’erano dei tempi tecnici da rispettare e da ieri sono usciti definitivamente dal Comitato Regionale Lombardia, che ringrazio per l’opportunità, ma a Varese non potevo lasciare cadere. Non so come vincere la Serie D, sono stato fortunato a farlo un po’ di volte da calciatore e da allenatore ma penso sempre di lavorare tanto, fare qualche rinuncia e godermi il lavoro, che paga sempre. Il Varese ci ha provato tante volte a conquistare la promozione, così come hanno fatto in tanti. Bisogna stare uniti perché sappiamo com’è il campionato di Serie D e del fatto che vince solo una».
Con Battaglino arriverà anche Andrea Ciceri. È lo stesso ds a tratteggiare le caratteristiche del nuovo mister biancorosso: «Parto da un presupposto: tutto quello che faremo sui calciatori sarà sempre frutto di un confronto con la società. Il mio lavoro deve sempre prevedere un confronto giusto, anche se le idee sono le mie e di questo mi prendo le responsabilità. Con Giovanni Rosati non abbiamo scelto Ciceri, abbiamo fatto delle chiacchierate con diversi allenatori, ne sono rimasti due e alla fine abbiamo scelto lui perché, oltre al fatto di aver avuto esperienze con lui da calciatore, l’ho anche esonerato in Serie C, lo conosco molto bene e so quali sono i suoi valori. Non parlo di numeri e di moduli, sicuramente sarà una squadra che vorrà aggredire e andare forte».
Scelto l’allenatore, ora c’è da riformare la squadra. Compito che toccherà proprio a Battaglino: «Il Varese di quest’anno aveva grandi valori tecnici, su quelli umani non posso saperlo. Abbiamo individuato figure che fanno al caso nostro ma non dipende solo da noi ma anche da loro. Un paio, Molinari e Maccioni, sono già andati via senza parlare con noi, ma non abbiamo risentimento verso di loro, ognuno è libero di fare le proprie scelte. Mi permetto di sottolineare la correttezza del Fasano che ha mandato comunicazione via mail. Ho chiamato tutti i calciatori e gli agenti per capire le volontà di tutti, poi ci saranno colloqui. Diciamo che le indicazioni sono quelle di tenere alcuni giocatori ma ci saranno anche dei cambiamenti. La varesinità conta, io ci credo anche perché vivo la città e vede che c’è tanta attenzione, ma dipende anche dai ragazzi cosa vogliono diventare. Cerchiamo anche valori morali e non solo tecnici».
«Cercheremo di fare le cose equilibrate a livello di budget facendo il massimo spendendo il giusto – prosegue Battaglino -. L’inizio non è stato oggi, ma il mio lavoro è già iniziato e nei prossimi giorni ci saranno tutti gli incontri. Al momento ci sono tre giocatori in rosa (Ferrari, Marangon e Romero, ndr), li abbiamo già sentiti e il loro destino è legato a noi. Tra questi sappiamo di avere un bomber (Romero, ndr) e punteremo sicuramente su di lui. Barzotti è un giocatore che conosco da tantissimo tempo, è un vero professionista, per una squadra può essere un valore aggiunto, è diventato un varesino ma anche in questo caso dipenderà anche dalle sue idee. Il lavoro è lungo e per quanto mi riguarda anche bello. Pensiamo a una rosa di 23 giocatori con diversi giovani aggregati che verranno valutati. Ho sempre seguito le juniores e le giovanili, questo mi ha portato dei giovamenti nel mio lavoro e lo farò sicuramente. Daremo sempre un occhio attento ai giovani».
Sul discorso di varesinità torna anche Giovanni Rosati: «Sicuramente pensiamo di avere una squadra che sia maggiormente legata al territorio creando maggior senso di appartenenza che è un aspetto che ci è mancato. Però non possiamo farci trasportare dagli eccessi e va fatto con un senso. Sicuramente vorremmo una squadra che sempre di più possa rappresentare il Varese. Mi preme specificare che personalmente sono molto felice dei valori umani presenti nella rosa di quest’anno; cercare di dare continuità a certi valori è fondamentale. Se c’è qualcosa da migliorare in prima squadra e che dovremo anche essere bravi a mettere a terra è costruire una squadra con un pizzico in più di umiltà per fare meglio di quello che abbiamo fatto, che può essere vincere ma anche solo migliorarsi. Anche per questo abbiamo scelto di non mettere i nomi sulle maglie perché bisogna badare alla concretezza. Non dico che l’anno scorso abbiamo sbagliato tutto, ma dobbiamo aggiungere qualcosa in più alla ricetta per migliorarci».
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