Sant’Agostino a Casciago, tra leggenda e documenti storici

Il 28 agosto, giorno in cui si celebra la sua memoria liturgica come santo patrono, ripercorriamo la storia del (presunto) passaggio a Casciago del santo, una vicenda che affonda le sue radici tra leggenda, fede e fonti storiche ancora da verificare

Casciago

Un’eredità millenaria avvolta tra fede, storia e tradizione: a Casciago, piccolo comune alle porte di Varese, la figura di Sant’Agostino è ancora oggi al centro di racconti tramandati nei secoli, che si intrecciano con testimonianze documentate e un patrimonio culturale di grande valore.

Il 28 agosto, giorno in cui si celebra la sua memoria liturgica come santo patrono, ripercorriamo la storia del (presunto) passaggio a Casciago del santo, una vicenda che affonda le sue radici tra leggenda, fede e fonti storiche ancora da verificare.

La leggenda: il passaggio di Agostino in Lombardia

Secondo una tradizione diffusa soprattutto a partire dal Medioevo, Sant’Agostino sarebbe passato da Casciago durante il suo viaggio verso Milano, dove ricevette il battesimo da Sant’Ambrogio nel 387. Una leggenda locale vuole che abbia soggiornato proprio nel territorio casciaghese, dove avrebbe trovato un rifugio spirituale tra i boschi e le colline che ancora oggi circondano il paese.

La disputa tra Casciago e Cassago Brianza

Sant’Agostino, nato Aurelio Agostino d’Ippona a Tagaste, nell’attuale Algeria, il 13 novembre 354 e morto a Ippona il 28 agosto 430 si è fermato a riposare prima del battesimo a Milano in una zona della Lombardia: la disputa storica è appunto tutta lombarda, tra il Lecchese e il Varesotto e più nello specifico tra Cassago Brianza e Casciago.

Nomi simili, collegabili al toponomastico Cassiciaco o Rus Cassiciacum, citato dallo stesso Agostino in uno dei suoi scritti.

Dov’è la Cassiciacum di Sant’Agostino? Casciago “lancia la sfida” a Cassago Brianza

Le fonti storiche: la presenza agostiniana nel territorio

Dal punto di vista documentario, il collegamento diretto tra Agostino e Casciago non è supportato da prove certe. Tuttavia, le fonti storiche attestano la diffusione del culto agostiniano nel territorio a partire dall’Alto Medioevo, con la presenza di ordini religiosi che si ispiravano alla regola del santo africano.

In particolare, si ha notizia di una comunità agostiniana attiva nel Varesotto già tra il XIII e il XIV secolo, periodo in cui molte chiese vennero dedicate al santo e divennero luoghi di culto e pellegrinaggio.

Luoghi simbolici: chiesa, scuola e arte dedicati ad Agostino

La presenza di Sant’Agostino è ricordata anche nel centro di Casciago, dove sorge la chiesa parrocchiale a lui dedicata, punto di riferimento religioso per la comunità. L’edificio, risalente in forma originaria al XVI secolo e rimaneggiato nei secoli successivi, custodisce opere d’arte sacra e continua a essere sede di celebrazioni legate alla figura del santo.

Vicino, un altro luogo porta il suo nome: la scuola primaria di Casciago è infatti intitolata a Sant’Agostino, a testimonianza di un legame educativo e simbolico che attraversa le generazioni.

Infine, un’opera d’arte contemporanea rafforza questo legame tra il santo e la comunità: è stata realizzata da Floriano Bodini ed è intitolata “Il fanciullo sulla spiaggia” o “Fonte di Sant’Agostino”. Lo scultore Bodini, che appartiene alla corrente del “realismo esistenziale”, ha prodotto questa originale scultura nel 1986 per il Comune di Casciago.

L’opera, piuttosto massiccia, richiama la leggenda medioevale del fanciullo su una spiaggia che cerca versare in una buca tutta l’acqua del mare. Agostino, che Bodini non ha rappresentato, lo avrebbe ripreso spiegandogli l’impossibilità di una tale iniziativa. Al che il fanciullo avrebbe ribattuto ad Agostino che sarebbe stato impossibile anche per lui comprendere la natura della Trinità divina. L’opera di Bodini è stata realizzata nell’ambito delle celebrazioni agostiniane del 1986. L’episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del problema del Bene e del Male, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell’acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo. Ciò detto sparì, lasciando il grande filosofo nell’angoscia più completa. Secondo il parere di alcuni studiosi di parabole e leggende la narrazione potrebbe essere considerata un sogno effettivamente fantasticato dal Santo. Altri aggiungono che forse il colloquio non si sarebbe svolto esattamente come è stato raccontato, perché, prima di sparire, il Santo aveva potuto a sua volta replicare che la risposta non lo convinceva, in quanto – avrebbe obiettato – il mare e i misteri di Dio sono due realtà assai diverse. Pur impossibile, sarebbe stato teoricamente verosimile immaginare il versamento del mare in una buca e allora allo stesso modo si sarebbe potuto supporre che i misteri divini avrebbero potuto entrare in un cervello umano adatto allo scopo e se l’uomo non aveva ricevuto una mente con tali qualità la colpa sarebbe da imputare a Dio, che non aveva appunto voluto che i suoi misteri fossero concepiti dall’uomo, per lasciarlo nell’ignoranza e nel dubbio più atroci. “Perché Dio non vuole essere capito?” avrebbe domandato il Santo al pargolo divenuto improvvisamente pensieroso. “Te lo dimostro subito” rispose il bambino dopo un momento di perplessità e così, mentre parlava, con il secchiello divenuto improvvisamente grandissimo e mostruoso, in un sol colpo raccolse l’acqua del mare, prosciugandolo, e la pose nella buca, che si allargò a dismisura fino ad inghiottire il mondo. A quella vista il Santo si svegliò con le lacrime agli occhi e capì.

Da Associazione Storico-Culturale S. Agostino

Un patrimonio da riscoprire

Negli ultimi anni, l’amministrazione comunale e le associazioni culturali locali hanno avviato iniziative per valorizzare il patrimonio storico e religioso legato a Sant’Agostino. Visite guidate, incontri con storici e studiosi, e pubblicazioni dedicate contribuiscono a mantenere viva una memoria che unisce fede e identità territoriale.

Il libro di Santo Cassani 

Sant’Agostino soggiornò a Casciago. In un libro di Santo Cassani la tesi messa nero su bianco

Tommaso Guidotti
tommaso.guidotti@varesenews.it

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Pubblicato il 28 Agosto 2025
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