Manifestazione per Gaza, il corteo “assedia” Milano Centrale. Scontri in stazione
Migliaia di persone al corteo per far sentire pacificamente la protesta per la Palestina. Ma una parte dei manifestanti ha cercato di introdursi in stazione e ci sono stati danni e feriti
Decine di migliaia di persone hanno partecipato al corteo a Milano in solidarietà con Gaza e la Palestina, nel giorno dello sciopero generale “Blocchiamo tutto”, convocato dai sindacati di base.
Mentre il grosso ha manifestato pacificamente, un gruppo di giovani vestiti di nero ha cercato di entrare nella stazione della metropolitana di Centrale e c’è stato uno scontro con la polizia, poco dopo le 14.
L’ingresso della stazione ha subito danni e i treni sono stati deviati per circa un’ora.
In stazione si trovava anche la deputata varesina Maria Chiara Gadda che racconta il clima «da guerriglia urbana»: «Questi sono teppisti a cui poco interessa della tragedia che si sta consumando a Gaza: sono interessati solo a trovare occasioni di scontro», dice Gadda, aggiungendo «massima vicinanza alle forze dell’ordine costrette a contenere questi indegni gruppi di facinorosi, e solidarietà alle tante persone spaventate dalla violenza».
Risultano sedici persone ferite e soccorse dal 118, che ha mobilitato una decina di ambulanze e due automediche.
Il tutto mentre migliaia di persone ancora riempivano le strade.

Manifestazioni si sono svolte – pacificamente – anche nel Varesotto e nell’Alto Milanese, in particolare a Legnano, a Varese e a Cascina Costa di Samarate, sede dello stabilimento di Leonardo, l’azienda dell’aerospazio contestata per i rapporti con Israele.
La protesta contro le forniture a Israele allo stabilimento Leonardo di Cascina Costa
A Cascina Costa c’è stato un momento di tensione, con “contatto” tra la polizia e una parte dei manifestanti che intendevano avanzare verso la fabbrica, ma lo scontro è durato pochi secondi e poi la manifestazione è proseguita senza altri attriti.
Manifestazioni con migliaia di persone si sono tenute anche a Torino, Firenze e in diverse città portuali come Trieste, Ravenna e Livorno (nei porti è molto attivo il sindacato che contesta le spedizioni di armi e materiali a Israele).
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