Addio al padiglione Cattaneo, l’ex geriatria inaugurata nel 1960 per assistere i pazienti cronici
La palazzina venne costruita per dare assistenza ai malati cronici e geriatrici. Venne realizzata con un costo di 200 milioni di lire. Le voci di chi si oppose alla sua distruzione

È iniziata la demolizione dell’ex geriatria. Il padiglione, di 6 piani, era dedicato a Giuseppina e Achille Cattaneo. Grazie al loro lascito, il 17 giugno 1960 venne inaugurata la palazzina destinata alla “Gerontologia e alla cura dei poveri affetti da malattie croniche”.
L’indicazione arrivò dall’allora primario di gerontologia e delle malattie croniche, il dott. Mario Beretta di Bizzozero, nipote del Cavalier Cattaneo.
Fu proprio il dott. Beretta a sostenere la causa, evidenziando
“La precarietà del servizio ospedaliero di Varese per quanto riguarda il ricovero dei malati cronici, la loro cura ed assistenza e l’opportunità di provvedere perché l’Ospedale potesse anche sviluppare gli studi sulle malattie dell’età matura, in pieno accordo con l’Amministrazione e la Direzione Sanitaria dell’Ospedale”.

Il padiglione, per il quale venne preventivata una spesa in oltre duecento milioni di lire, venne costruito su progetto dell’ingegner Carlo Niada e dell’architetto Franco Niada.
L’inaugurazione si tenne il 17 giugno 1960, a circa due anni dalla donazione, con un discorso del Presidente dell’Ospedale di Varese, Giordano Leva che, nel ringraziare sentitamente i due benefattori, sottolineava l’importanza sociale di tale costruzione dedicata alla geriatria, scienza che si stava sviluppando in quel periodo.
La geriatria venne chiusa nel 2007 con l’apertura del monoblocco. Complice anche una visione diversa dell’assistenza ospedaliera, che punta sull’urgenza e sulla criticità, la funzione di cura delle cronicità è stata ridotta con i problemi che oggi si scontano.
L’idea di abbattere il padiglione fu all’inizio ostacolato, venne promossa anche una raccolta di firme per preservare il lascito dei Cattaneo. La decisione di procedere, però, venne motivata con i costi eccessivi di un recupero strutturale e funzionale.
Il pensiero di Pierfausto Vedani
Così la decisione di abbattere per ricostruire, una decisione che ha portato anche all’abbattimento di numerosi alberi tra cui il liquidambar nel febbraio scorso.

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