Modello Varese per il reinserimento dei detenuti, il Garante regionale auspica protocolli simili in tutta la Lombardia
"Il reinserimento sociale delle persone detenute e il contrasto alla recidiva possono e devono essere sostenuti e facilitati dall'offerta concreta di opportunità lavorative e formative", dice Gianalberico De Vecchi

Il Difensore regionale della Lombardia Gianalberico De Vecchi nella sua veste anche di Garante dei detenuti, ha sottolineato l’importanza del protocollo firmato lo scorso 19 luglio in Prefettura a Varese dal Prefetto Salvatore Pasquariello, dai i rappresentanti del mondo produttivo e della cittadinanza attiva, dalle direzioni delle Case circondariali di Busto Arsizio e di Varese, dalle associazioni del terzo settore e dalle organizzazioni sindacali sui reinserimento socio-lavorativo delle persone detenute, ex detenute ed in esecuzione penale esterna.
«Il reinserimento sociale delle persone detenute e il contrasto alla recidiva possono e devono essere sostenuti e facilitati dall’offerta concreta di opportunità lavorative e formative – dice De Vecchi- Il lavoro è propulsore di inclusione e risocializzazione. I dati statistici confermano come la recidiva cala dal 70% al 3% per coloro che hanno seguito percorsi finalizzati all’effettivo reinserimento socio-lavorativo al termine della pena».
Il protocollo di Varese, dunque, come modello operativo da applicare a livello più ampio: «Mi auguro – conclude il Difensore regionale lombardo – che si possa giungere alla sottoscrizione di protocolli analoghi in tutte le province lombarde».
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