Don Maurizio Patriciello ai ragazzi della provincia di Varese: “Uniti contro la mafia, solo insieme si vince”
Il parroco di Caivano in visita nel Varesotto nell’ambio di un progetto di legalità. La proposta lanciata (e raccolta) a Cocquio Trevisago: “Un parco dedicato a Giuseppe di Matteo”
Degrado legato allo spaccio di droga a cielo aperto, in mano alle famiglie di malavita, con la camorra che a Caivano minaccia anche su TikTok, e persino i fedeli che si spingono a dirsi solidali con lui: don Maurizio Patriciello, parroco della cittadina a un passo da Napoli, sotto scorta dal 2022 per le minacce subite dai clan.
Sempre accompagnato da due agenti armati, cerca una vita normale, anche se è difficile garantirsi un’esistenza libera per esercitare il proprio ministero: «Ma come si fa a dare la comunione con la scorta, a incontrare i bambini, a dire messa o a benedire…».
Eppure una ricetta per vincere la criminalità organizzata esiste. E, anche fra mille dubbi per il futuro, la strada passa attraverso lo stare insieme e combattere il malaffare. La metafora è quella del campo di grano: «Se chi dice no all’illegalità figura come un papavero in un campo di grano, se cioè diventa un elemento raro, rischia di isolarsi e di essere facilmente individuabile. Se nel campo di grano invece è pieno di papaveri rossi, allora è più difficile colpire quelli isolati».
Una frase che funziona: gli oltre 250 ragazzini delle scuole medie di Gemonio, ma anche di Vedano Olona, Cocquio Trevisago e Cittiglio, sono rimasti letteralmente ipnotizzati dall’insegnamento di questo sacerdote che, coi suoi racconti, sa far ridere e piangere, coinvolgere e spiegare.
L’incontro di martedì all’oratorio di Cocquio Trevisago ha seguito quello di lunedì pomeriggio a Vedano Olona ed è servito a don Patriciello per lanciare una proposta: dedicare un luogo pubblico del Nord alla memoria di Giuseppe Di Matteo, il ragazzino di 13 anni rapito perché figlio di un collaboratore di giustizia, tenuto prigioniero in condizioni disumane e poi, all’età di 15 anni, strangolato e sciolto nell’acido: «È forse chi ha pagato più di tutti per la mafia», ha spiegato don Patriciello, che ha attivato una vera e propria campagna per spingere anche il Nord Italia a dedicare luoghi a questa piccola vittima di Cosa Nostra.
Il sindaco di Cocquio Trevisago, Danilo Centella, ha colto la palla al balzo e ha accettato, in collaborazione col consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze, di dedicare un luogo al piccolo Di Matteo: «Sarà un campo sportivo polivalente, che sarà pronto fra qualche settimana».
All’incontro con le scuole, voluto fortemente dall’assessore Raffaela Pane e dalla rete dei consigli comunali dei ragazzi e delle ragazze della provincia di Varese (rappresentata da Filippo Tomasello), era presente anche il prefetto Rosario Pasquariello, che ha spiegato ai giovani il rischio delle droghe e la necessità della formazione scolastica per vincere le sfide del futuro.
L’incontro, moderato da un giornalista di VareseNews, è stato inframmezzato da diversi brani musicali suonati da Giovanni Bruno e Ilario Longhi, componenti del gruppo musicale Trenincorsa, e da Diego Bruno.
All’evento ha partecipato anche il sindaco di Gemonio, Samuel Lucchini, oltre a diverse rappresentanze di associazioni e autorità per un momento che ha saputo raccogliere la comunità in un momento di alto valore simbolico.
Su Giuseppe Di Matteo, padre Patriciello rivolge un consiglio ai ragazzi: «Chiamatelo come vostro angelo custode»
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