La poesia di Santo Calì per la prima volta a Varese
Verrà letto da Karin Andersen, Ulisse Barra, Chiara Bazzocchi, Rita Clivio e Corrado Guerrazzi il poemetto di Calì "Lamento cupo per Rocca Ceravola"
La poesia di Santo Calì per la prima volta a Varese Venerdì 22 maggio alle 21, presso la sala a fianco della chiesa Kolbe in viale Aguggiari 140 a Varese, i Versonauti (www.versonauti.it) dedicheranno una serata al poeta siciliano Santo Calì, nato nel 1918 a Linguaglossa, un paese sulle pendici dell’Etna, in provincia di Catania, e ivi morto nel 1972.
Verrà infatti letto da Karin Andersen, Ulisse Barra, Chiara Bazzocchi, Rita Clivio e Corrado Guerrazzi il poemetto di Calì “Lamento cupo per Rocca Ceravola“, in cui il figlio di una ragazza madre siciliana dei primi del novecento si rivolge alla madre con parole al contempo forti e di estrema delicatezza. La lettura si avvale degli interventi di regia di Giovanni Ardemagni, attore, regista e autore varesino. Il poemetto è stato scritto in dialetto siciliano e tradotto in italiano dalla nota poetessa siciliana Iolanda Insana. Le poesie di Calì sono frutto di una approfondita e sincera ricerca sul dialetto, su canti popolari, leggende, frasi, termini della gente più umile dell’Etna, sono poesie con forti simbologie e notevole potere evocativo.
Santo Calì Fu uomo di cultura e si dedicò all’insegnamento, all’attività di poeta, di traduttore di autori classici, di saggista, di enigmista, ed all’impegno politico in difesa delle classi più umili di quell’area.
Come spesso accade negli incontri curati dai Versonauti, la poesia coinvolge altre espressioni artistiche, che fanno proprie le parole di Calì in altre forme; vi saranno dunque dei brevi momenti di teatro danza interpretati e curati da Celestina Affri, le musiche composte appositamente dal maestro Elliot Kingsley Kay e le opere pittoriche di Ulisse Barra, Gaetano Blaiotta, Elena Danelli e Sandro Sardella che hanno interpretato ciascuno uno dei quattro tempi di cui è composto il poemetto.
Il mese di maggio, mese tradizionalmente legato alle madri, si avvia dunque a terminare con questo omaggio alla poesia siciliana e alla forza di una madre.
Ingresso libero.
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