“Sicurezza nella casa occupata? Problema da ridimensionare”
Il Comitato Autorganizzato Saronnesi Senza Casa risponde con al sindaco Luciano Porro dopo un incontro con i ragazzi che hanno occupato l’ex centro di prima accoglienza di via Monza
«Più di una volta il fattore sicurezza sia stato utilizzato strumentalmente per delegittimare le occupazioni». Il Comitato Autorganizzato Saronnesi Senza Casa risponde con un comunicato al sindaco Luciano Porro che, dopo un incontro con i ragazzi che hanno occupato l’ex centro di prima accoglienza di via Monza, aveva dichiarato che di non poter permettere un’occupazione di un edificio pubblico, anche perché la casa è inagibile.
La situazione per i giovani occupanti sembra però essere diversa. In queste ore si stanno organizzando per sistemare gli interni e rendere maggiormente vivibili gli spazi all’interno delle mura. «Abbiamo avuto modo di consultare un architetto riguardo alla supposta inagibilità dello stabile, il quale però ha ridimensionato l’allarmismo opportunista del sindaco – proseguono dal Comitato -. Per quanto riguarda invece il progetto di riqualificazione dello stesso stabile ad opera del comune è emerso ieri durante il nostro colloquio con il sindaco che a causa della mancanza di fondi tale progetto non verrà realizzato a breve termine, il che vorrebbe dire, nel caso di un nostro eventuale sgombero, l’ennesimo edificio murato e lasciato vuoto per anni. A fronte della solita retorica legalitaria i fatti parlano chiaramente – concludono -: da un lato il “ripristino della legalità” che vuole edifici vuoti e lasciati al degrado (come l’ex Telos di via Concordia) se non distrutti totalmente (come l’ex tintoria occupata di via Altopiano Bainsizza 17); dall’altro lato un’effettiva riqualificazione fatta da noi, secondo i principi dell’autogestione».
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