Assalto alle poste di Castronno: assolto
Il «contraddittorio panorama tra le prove» scagiona il cinquantottenne calabrese finito in manette per i fatti di un anno fa

La “spaccata” a martellate della saracinesca, il panico tra i dipendenti dell’ufficio postale e i 40 mila euro che “scappano” con tre persone a bordo di un’auto.
I carabinieri arrivano, sentono i testimoni e partono le indagini che portano all’arresto in Calabria, a Cosenza, di un uomo di 58 anni avvenuto il 12 giugno 2018.
Oggi l’imputato a processo per rapina è stato assolto. Motivo: «Contraddittorio panorama tra le prove», come ha spiegato l’avvocato varesino Paolo Bossi, difensore dell’uomo; la sentenza è stata pronunciata dal Collegio del tribunale in applicazione dell’articolo 530 secondo comma del codice di rito.
Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a 7 anni e 10 mesi di reclusione.
I fatti si riferiscono ad un sabato mattina, il 31 marzo attorno alle 8, quando l’ufficio postale era ancora chiuso: all’interno c’erano già il direttore e un altro dipendente. I rapinatori erano tre ed hanno abbattuto la porta d’ingresso usando un grosso martello, così da introdursi nell’ufficio postale puntando subito all’ufficio del direttore, sottraendo alcune buste con denaro contante. Il bottino: 40mila euro.
I tre quasi non proferirono parola, agendo in silenzio, come un team di professionisti ben rodati.
Poi arrivarono i carabinieri, che sentirono alcuni testimoni. In sede di giudizio però, le prove sono risultate – secondo il difensore – piuttosto confuse, e non è stato possibile giungere ad una condanna.
Articolo 530, secondo comma CPP
(…)Il giudice pronuncia sentenza di assoluzione anche quando manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste, che l’imputato lo ha commesso, che il fatto costituisce reato o che il reato è stato commesso da persona imputabile (…)
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