Torna l’acqua nei Navigli (con l’incubo siccità)

Anticipata la riapertura del canale per portare acqua agli agricoltori, ma la siccità fa paura: "Meglio tutelare 10.000 agricoltori o la spiaggia sul lago di qualche hotel?"

Un po’ in anticipo, ma non c’è tempo da perdere. Anche se ufficialmente la stagione dell’irrigazione si apre il 1° aprile il Consorzio Villoresi ha deciso lunedì 25 marzo di tornare a riempire la rete dei Navigli. Alle 9 del mattino a Turbigo si sono così aperte le paratie dello sbarramento che, nel giro di un paio di giorni, riforniranno di acqua tutta la rete del Naviglio.

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«Abbiamo deciso di farlo con un po’ di giorni di anticipo sia perché i lavori di manutenzione che abbiamo programmato si sono conclusi -dice il presidente del Consorzio Villoresi, Alessandro Folli- ma anche per mandare acqua agli agricoltori alle prese con la siccità». Se infatti da un lato l’asciutta stagionale ha permesso di realizzare interventi di manutenzione per 2,1 milioni di euro lungo i canali, dall’altro la siccità sembra non voler mollare il colpo. Così la decisione di anticipare l’apertura, anche perchè rifornire di acqua la rete di canali non è un processo rapido: «lungo il percorso ci sono alcune vecchie cave che si devono riempire di acqua, quindi già solo per arrivare a Milano l’acqua ci metterà un giorno e prevediamo che arriverà in Darsena nella mattinata di martedì e poi da lì nella zona del pavese».

Ed è soprattutto per quelle zone più a sud della regione che l’acqua sarà fondamentale. «Dalle nostre parti l’umidità della notte riesce comunque a permettere agli agricoltori di lavorare ma là la terra è davvero secca, seminare è impossibile. Io ormai sogno di notte gli agricoltori con le mani tra la terra secca» dice Folli. Una responsabilità non da poco quella del Consorzio che gestisce una rete complessiva di 4.000 km di canali per portare acqua a 10.000 aziende agricole che senza acqua non possono fare nulla.

Torna l'acqua nel Naviglio

L’acqua, appunto, la grande assente di questi mesi. Il Lago Maggiore è a secco, con l’altezza del bacino ad una manciata di centimetri sopra lo zero idrometrico. «Si continua a parlare di ambiente e natura ma quello dell’acqua continua a rimanere un tabù -attacca Folli-. Ogni anno dobbiamo affrontare la polemica sul livello del Lago Maggiore ma dovremmo finalmente capire se sia meglio garantire una scorta a 10.000 agricoltori o se è più importante lasciare un metro di spiaggia in più a qualche albergo della sponda piemontese del Verbano».

Già quest’anno, comunque, un po’ di acqua sarà recuperata: «Siamo stati autorizzati a tenere il livello del lago più altro di 10 centimetri, ad 1,35 metri sullo zero, e questo ci permette di avere una scorta ulteriore sufficiente per una decina di giorni in caso di emergenze». Certo è che per arrivare a quel livello l’unica speranza è che la pioggia arrivi, e tanta. «Noi continuiamo a voler tenere il livello del lago fisso ad 1,50 metri sullo zero -dice Folli- perchè questo ci garantirebbe tanta acqua in più senza far correre nessun rischio alle persone che vivono sul lago».

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Marco Corso
marco.corso@varesenews.it

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Pubblicato il 25 Marzo 2019
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da luca_baranzini

    Scusate tanto, ma se si parla di 10.000 aziende agricole che dipendono per il loro reddito dall’acqua del lago Maggiore che cosa ci vuole ad organizzarle al fine di effettuare un’ efficace azione di lobbying a favore di un lago più alto? Credo che su una questione di importanza vitale non dovrebbe poi essere così difficile aggregare le persone; e di fronte ad un gruppo coeso anche le segreterie dei partiti dovrebbero sposare qs causa, per me sacrosanta.
    Cordiali saluti.
    Luca Baranzini – Angera

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