“Dico no alla denuncia degli irregolari”

Il candidato sindaco del Partito Democratico è anche medico e prende posizione in merito al contenuto del recente “pacchetto sicurezza” del Parlmento

riceviamo e pubblichiamo
 
La paura di essere segnalati alle autorità in quanto immigrati clandestini, dopo l’approvazione da parte del Senato del “Decreto sicurezza”, sta già provocando i primi danni.
Da novembre ad oggi infatti si è già registrato un calo del 30% delle visite di migranti sia negli ospedali che negli ambulatori sul territorio. Tale segnalazione arriva da Foad Hodi, presidente dell’Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi). “Chi ha proposto questa legge non si rende conto dei gravi rischi cui possono andare incontro non solo gli immigrati, ma anche i cittadini italiani nel caso di patologie infettive trascurate”.
Contro questa eventualità si sono già schierati medici, infermieri, ostetriche, giuristi e associazioni di cittadini, oltre a Emergency nella persona di Gino Strada e Medici Senza Frontiere. Anche la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), tramite il suo Presidente Amedeo Bianco, ha evidenziato che la denuncia dei migranti irregolari potrebbe tradursi in boomerang per la tutela della salute collettiva, esprimendo pertanto “totale dissenso della Fnomceo a trasformare i medici in delatori, tanto più che il rifiuto è dettato da motivazioni che attengono direttamente alla matrice etico-deontologica dell’esercizio della professione medica con tutti i relativi risvolti civili e sociali”.
Da una parte ci si infuria e si tenta di approvare un Decreto Legge (per fortuna non firmato dal Capo dello Stato, garante dei principi Costituzionali e per questo ignobilmente accusato dalla maggioranza di Governo) in merito alla vicenda di Eluana, dall’altra si approva un “Decreto sicurezza” che non tiene conto della dignità delle persone migranti, per il torto di essere clandestini… Quale contraddizione! La politica deve salvaguardare il bene supremo della vita…di ogni vita, senza distinzioni di etnia (o “razza”, e qui si tornerebbe indietro alle famigerate leggi razziali di triste memoria), colore della pelle, religione, credo politico, stato sociale. Anzi, dovrebbe e deve salvaguardare proprio le fasce più deboli. Altro che “schedatura” dei clochard o ronde (che avrebbero dovuto essere persino armate…). La legalità andrebbe garantita non con questi mezzi legislativi inadeguati ma favorendo realmente l’integrazione dei migranti garantendo loro l’accesso a scuola, lavoro, casa.
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Febbraio 2009
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