L’ultimo bilancio di Nicola Mucci

Entrato a Palazzo Borghi nel 2001, ha affrontato due mandati. Grandi opere cittadine, tagli dei contributi dallo Stato, ospedale, edilizia e traffico alcuni dei punti affrontati

Per Nicola Mucci quella di dicembre 2010 è l’ultima occasione di tracciare un bilancio. Quest’anno non è solo il resoconto di un anno di lavoro, ma anche un bilancio complessivo di due lustri alla guida della città dei Due Galli. Senza rinunciare a qualche riferimento critico all’opposizione e al possibile candidato del centrosinistra, Edoardo Guenzani. 
 
«Abbiamo concretizzato parte consistente del nostro programma elettorale. Sapevamo ceh sarebbe stato estremamente impegnativo. Mi congedo sapendo che il programma è stato svolto, le opere consegnate, che tutti gli investimenti hanno trovato coronamento in nuove opere e servizi ai cittadini».
E tra le opere cita le due più importanti e visibili dell’intero mandato, portate a compimento nel 2010: il MAGa e il nuovo IPC Falcone. Il nuovo museo – inteso non solo come edificio, ma anche come progetto culturale – era «atteso da vent’anni, tanto desiderato da Silvio Zanella». Il museo si pone come eccellenza, non solo sul territorio varesino, ma anche in Lombardia e a livello nazionale. Altro fiore all’occhiello, il nuovo IPC Falcone, la superscuola costata 30 milioni di euro, «punto di svolta per permettere l’attuazione del nuovo piano scuola, riunendo i ragazzi dell’istituto e dando nuovi spazi alle altre scuole». Altro punto importante, il percorso verso il Pgt, che disegnerà lo sviluppo nei prossimi anni.
 
Grandi opere a parte, Mucci tiene a sottolineare il rispetto del patto di stabilità («non è scontatio»), nonostante i tagli agli enti locali, «caratteristica costante in questi anni, sia con centrosinistra che con il centrodestra». Una compressione delle entrate gestita secondo il sindaco «senza aumentare la pressione fiscale». La tassa sui rifiuti e l’addizionale IRPEF sono aumentate, ma secondo Mucci bisogna inserire gli aumenti nel quadro complessivo: «Negli anni precedenti diminuimmo costantemente la tassa rifiuti, l’aumento di quest’anno non copre di certo la riduzione attuata. Il saldo rimane a favore dei cittadini». Quanto all’Irpef, invece, l’aumento ha permesso il mantenimento e la riduzione dei costi dei servizi individuali, quelli di cui i cittadini usufruiscono.
 
In questi anni – spiega Mucci – Gallarate ha costruito «un bilancio federalista», nel senso di un bilancio che fa ricorso per lo più a risorse prelevate sul territorio, in autonomia. In questo modo si sono assorbite le riduzioni dei contribuiti provenienti dallo Stato, ma anche il taglio dell’ICI varato dal governo Berlusconi. «L’ICI era fondamentale per i Comuni, il governo non ha dato totale copertura ai ristorni» che dovevano sostituire il gettito Ici. Garantire gli equilibri in uno scenario di tagli sarà la sfida del futuro, per il sindaco: «lo Stato contrae le risorse erogate a pioggia e spende per progetti mirati, i soldi vanno solo a chi ha sviluppato progetti d’eccellenza». In quest’ottica di sempre maggiore "autonomia senza risorse" nella costruzione del bilancio, importante anche il Pgt, che programmerà le entrate derivanti dall’edilizia: «ognuno vuole fare sempre di più, si chiedono nuovi servizi, ma bisogna dare risposte alla questione del finanziamento».
 
L’edilizia è stata importante anche in questi anni, ma secondo Mucci non si è esagerato: «anche nei Comuni vicini, anche governati dal centrosinistra, si è costruito molto, sulla base delle esigenze abitative e del gettito economico necessario». Se la crescita nel passato è stata equilibrata, Mucci auspica anche «che il settore dell’edilizia possa riprendere vigore: il Pgt prevede costruzioni sulle aree dismesse, già costruite oggi». La crescita pone anche problemi sulla qualità della vita, ad esempio sul traffico, sull’inquinamento, con i livelli delle polveri sottili oltre il limite: «Ma non si tratta di un problema solo gallaratese. Regione Lombardia in ogni caso sta investendo molto, pensiamo a Pedemontana e triplicamento della Rho-Gallarate. E anche noi abbiamo investito in infrastrutture».
 
Tra le infrastrutture (ma di tutt’altro tipo) c’è anche l’ospedale unico Gallarate-Busto Arsizio, che era nel programma elettorale del 2006. Il progetto segna il passo e il Pgt prevede che nei prossimi anni il Sant’Antonio Abate si allarghi su via Pastori (nella foto, il render del progetto). «L’ospedale unico è un progetto che non si concretizzerà solo per volontà delle due Amministrazioni Comunali, serve un ragionamento da parte della Regione». In ogni caso a Gallarate si continua a lavorare sull’idea: l’ipotesi è ancora nel Pgt e al tema è dedicata una neonata commissione sanità. In ogni caso il sindaco boccia l’idea di Edoardio Guenzani – candidato in pectore del centrosinistra – di una unione tra i due ospedali che mantenga le strutture esistenti valorizzando i due poli, avanzata durante un recente incontro. «Trasferire eccellenze gallaratesi a Busto Arsizio – così Mucci sintetizza l’idea – è una delle proposte più sciagurate mai sentite. L’ospedale è una realtà da preservare». Allo scenario che riguarda il centrodestra e le alleanze è stato dedicato un altro passaggio, in cui il sindaco si è mostrato ottimista sull’accordo con la Lega.
 
Accanto al sindaco c’era anche Donato Lozito, presidente del Consiglio Comunale, che ha ricordato il ruolo dell’assemblea civica: 11 sedute nel 2010, con presenza del 90% dei consiglieri.63 le commissioni consiliari: la commissione con più riunioni è stata la conferenza capigruppo con 16 sedute, seguita da bilancio (12) e urbanistica (10).

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Pubblicato il 22 Dicembre 2010
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