Porfidio: “Sui costi della politica si fa demagogia”

L'ex-consigliere comunale interviene nel dibattito sull'abolizione dei gettoni di presenza per consiglieri comunali e assessori

L’ex-consigliere comunale de "La Voce della Città" Audio Porfidio torna a farsi sentire dopo le ferie estive con un nuovo comunicato stampa sui costi della politica, in particolare quella cittadina.

Sto notando che da qualche giorno sulla stampa locale il dibattito politico verte quasi esclusivamentesulla questione dei tagli ai costi della politica. Mi sembra che la classe politica cittadina sia gravemente fuori tempo massimo su questo argomento. Quando anni fa il sottoscritto, in qualità di consigliere comunale de “La Voce della Città”, propose a più riprese di azzerare i gettoni di presenza dei consiglieri e degli assessori per riportare la politica al suo naturale ruolo di servizio, disinteressato, alla città e ai cittadini, nessuno tra i rappresentanti politici di tutti gli schieramenti si accodò alla mia istanza. E pensare che allora bastava votare a favore di una mozione o di una proposta di delibera e i gettoni sarebbero stati cancellati, senza troppe discussioni.

Oggi invece, quando i molteplici problemi della città – a partire da quelli più urgenti, la sicurezza, il decoro urbano e l’emergenza delle nuove povertà – vengono quasi completamente ignorati dalla classe politica cittadina, non si fa altro che parlare di gettoni di presenza e di indennità di carica. C’è chi chiede di cancellare i gettoni, chi propone di dimezzarli, chi vuole aprire tavoli di confronto per decidere cosa fare: come al solito, tante parole e tanto fumo per dibattere di un argomento che interessa direttamente solo la “casta” dei politici di Busto Arsizio. In concreto però non si arriva mai a nessuna decisione. L’impressione è che l’argomento del taglio ai costi della politica sia semplicemente diventato di moda: tutti ne parlano e tutti fanno a gara a mostrarsi più propensi a tagliare rispetto agli altri, anche se in realtà la volontà di arrivare ad una deliberazione in questo senso sembra ancora lontana. Nel frattempo ci si fa vedere sui giornali e si conquistano i “titoloni” in pagina: ma non è altro che bassa demagogia per arruffianarsi le platee e per aggirare discussioni più complicate, come quelle che riguardano i problemi reali dei cittadini di Busto Arsizio.

La soluzione al caso è semplice e non richiede grandi sforzi: basterebbe che ogni consigliere comunale e ogni rappresentante in un consiglio di amministrazione di una società partecipata comunale prendesse pubblicamente l’impegno di devolvere il proprio gettone di presenza in beneficenza ad uno o più enti che si occupano di assistenza sociale e che sono in prima linea rispetto alle problematiche relative alle nuove povertà e al disagio economico. In quel modo si trasferirebbero direttamente su chi opera nel campo sociale, senza particolari complicazioni burocratiche, le somme che i consiglieri, gli assessori e i consiglieri di amministrazione delle società percepiscono a titolo di gettone e di indennità di carica. Inoltre si potrebbe verificare mese per mese, rendendo pubblici i versamenti di beneficenza, quali rappresentanti politici aderiscono all’iniziativa e quali invece preferiscono tenersi i soldi dei gettoni per sé. Le risorse raccolte infine potrebbero essere immediatamente utilizzate per realizzare progetti di carattere sociale che produrrebbero risultati tangibili sul territorio.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Settembre 2011
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