Porfidio: “Sui costi della politica si fa demagogia”
L'ex-consigliere comunale interviene nel dibattito sull'abolizione dei gettoni di presenza per consiglieri comunali e assessori
L’ex-consigliere comunale de "La Voce della Città" Audio Porfidio torna a farsi sentire dopo le ferie estive con un nuovo comunicato stampa sui costi della politica, in particolare quella cittadina.

Oggi invece, quando i molteplici problemi della città – a partire da quelli più urgenti, la sicurezza, il decoro urbano e l’emergenza delle nuove povertà – vengono quasi completamente ignorati dalla classe politica cittadina, non si fa altro che parlare di gettoni di presenza e di indennità di carica. C’è chi chiede di cancellare i gettoni, chi propone di dimezzarli, chi vuole aprire tavoli di confronto per decidere cosa fare: come al solito, tante parole e tanto fumo per dibattere di un argomento che interessa direttamente solo la “casta” dei politici di Busto Arsizio. In concreto però non si arriva mai a nessuna decisione. L’impressione è che l’argomento del taglio ai costi della politica sia semplicemente diventato di moda: tutti ne parlano e tutti fanno a gara a mostrarsi più propensi a tagliare rispetto agli altri, anche se in realtà la volontà di arrivare ad una deliberazione in questo senso sembra ancora lontana. Nel frattempo ci si fa vedere sui giornali e si conquistano i “titoloni” in pagina: ma non è altro che bassa demagogia per arruffianarsi le platee e per aggirare discussioni più complicate, come quelle che riguardano i problemi reali dei cittadini di Busto Arsizio.
La soluzione al caso è semplice e non richiede grandi sforzi: basterebbe che ogni consigliere comunale e ogni rappresentante in un consiglio di amministrazione di una società partecipata comunale prendesse pubblicamente l’impegno di devolvere il proprio gettone di presenza in beneficenza ad uno o più enti che si occupano di assistenza sociale e che sono in prima linea rispetto alle problematiche relative alle nuove povertà e al disagio economico. In quel modo si trasferirebbero direttamente su chi opera nel campo sociale, senza particolari complicazioni burocratiche, le somme che i consiglieri, gli assessori e i consiglieri di amministrazione delle società percepiscono a titolo di gettone e di indennità di carica. Inoltre si potrebbe verificare mese per mese, rendendo pubblici i versamenti di beneficenza, quali rappresentanti politici aderiscono all’iniziativa e quali invece preferiscono tenersi i soldi dei gettoni per sé. Le risorse raccolte infine potrebbero essere immediatamente utilizzate per realizzare progetti di carattere sociale che produrrebbero risultati tangibili sul territorio.
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