Andrea, dj a 13 anni
C’è già chi parla di “ragazzo prodigio” riferendosi al giovane dj che in un anno di attività ha già collezionato una trentina di esibizioni. E i suoi parenti sono i suoi primi fan, sempre al suo fianco
Sale in consolle, indossa le cuffie e fa ballare centinaia di ragazzi per tutta la notte. E’ Andrea Armiraglio, in arte DJ Army, e questa potrebbe essere la storia di un qualunque dj se non fosse per il piccolo dettaglio che dj Army ha solo 13 anni. «Come a tutti i ragazzi mi piace la musica -spiega lui- specialmente quella house» e così l’anno scorso ha deciso di iniziare il corso per dj alla “Casa del disco” di Varese. «Ho finito il primo corso per principianti a febbraio e quello avanzato ad aprile» e da quel momento la strada per serate in pub e discoteche si è aperta. In un solo anno, dj Army ha collezionato una trentina di esibizioni pubbliche. Le prime serate sono state organizzate dalla stessa casa del disco «grazie al mio maestro Master Max (Massimiliano Malnati, ndr) che ringrazio profondamente» mentre le successive sono state cercate dal padre «che mi fa anche un po’ da manager».
Ma la vita di un dj tredicenne non è poi così semplice. «Molti locali rifiutano subito per l’età», spiega Andrea, mentre altri “azzardano” affidandogli per diverse ore il compito di far ballare i frequentatori del locale. Ed è proprio quello che è successo il 2 dicembre, «la mia serata più bella». Era l’inaugurazione di un locale a Modena e dj Army ha gestito la consolle per quasi tre ore. «E’ stata un’esperienza incredibile -ammette Andrea- perchè era la prima serata in cui suonavo completamente da solo». Appena chiamato in consolle, il cuore ha iniziato a battere forte, le mani a tremare. Tutti gli 800 occhi in pista erano rivolti verso di lui e aspettavano che le casse riversassero musica ad alto volume per muoversi a ritmo di bit. E così Andrea si è trasformato in dj Army, ha indossato le sue cuffie, ha aperto la sua custodia piena zeppa di cd («tutti originali eh») e ha iniziato a fare quello che a lui più piace, «far divertire le persone».
E sia che suoni a Modena o che lo faccia a Busto o Gallarate, a pochi metri dalla consolle ci sono sempre il padre Renato e la madre Giovanna. E’ la famiglia intera a credere e investire nelle potenzialità di Andrea con tempo e risorse. Certo è che «di far serate quando c’è la scuola non se ne parla» e, anche se molti esperti parlano già di “ragazzo prodigio”, dj Army sa bene che «se mi montassi la testa, papà mi smonta tutto e lo porta in garage». Il ragazzo prodigio, però, «per noi è più una spesa che una risorsa», scherza il padre, perchè essendo minorenne Dj Army non può ricevere alcun compenso in denaro per il suo lavoro. Il sogno nel cassetto di Andrea è, manco a dirlo, «diventare il nuovo David Guetta» anche se il suo idolo è Avicii, dj e produttore svedese di musica progressive house. Nella sua pur breve carriera, dj Army ha comunque già incontrato molti artisti di grande fama come Tommy Vee, Marco Carpentieri, Marracash e Entics. Una volta ha addirittura suonato nello stesso locale in Svizzera in cui dopo poco si è esibito Bob Sinclar.
E da poco, dopo 3 settimane di prove, dj Army ha completato il suo primo singolo mentre «cerco comunque di farmi pubblicità su facebook e i siti specializzati» e, se tutto andrà bene, il 21 gennaio dovrebbe suonare in una celebre discoteca di Luino. Ci sarebbero anche già due agenzie che hanno messo gli occhi sul giovane Andrea. Ma in questi giorni il pensiero del giovane dj è anche impegnato dall’incombenza di scegliere la scuola superiore perchè, se la carriera da dj non dovesse decollare, «il mio (secondo) sogno è di diventare giornalista sportivo».
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