Varese in lacrime, il sogno della Cimberio si ferma in semifinale

Senza Dunston la squadra di Vitucci è stremata e si arrende (69-82) alla Montepaschi. Arbitri contestati dal pubblico, finisce con un lancio di oggetti in campo. Ma i giocatori meritano un applauso commovente

Non doveva finire così, in nessun senso. Non doveva finire con Varese sconfitta in semifinale dalla solita Siena senza poter schierare il suo giocatore migliore (Dunston, rimasto in borghese con i polpacci a pezzi), non doveva finire con un fitto lancio di oggetti in campo che macchia una stagione stupenda in campo e fuori per i colori biancorossi. Non doveva neppure finire con qualche fischio sbagliato che ha bacato una serie tanto dura quanto bella ed equilibrata (e se Sakota dà fuori di matto in quel modo avrà qualche buon motivo): questo può giustificare la rabbia dei tifosi ma non una reazione del genere, con decine di bottigliette e altri oggetti piovuti sul parquet da tutti i settori. L’anno prossimo si ripartirà da un campo neutro.
Frank Vitucci, Ebi Ere e i suoi magnifici compagni non se lo meritavano: il palcoscenico finale, anche in una sconfitta, doveva essere solo ed esclusivamente loro. Loro che poi, giustamente, sono usciti in mezzo a un’ovazione commovente, tribuata da un PalaWhirlpool che sa ringraziare gli eroi che lo hanno fatto sognare da agosto a oggi e che hanno riportato squadra e città al centro del mondo della palla a spicchi.
Questa Cimberio, purtroppo, si è però rivelata più DiVarese che Roosters, nel senso che ha ripercorso passo dopo passo le orme della fantastica formazione di Joe Isaac, vincitrice di regular season e fermata sulla soglia del trionfo. E anche questa squadra, come la “Diva”, ha avuto il suo “Sacchetti” sottoforma di Bryant Dunston: con il pivot in campo – ne siamo certi – il verdetto sarebbe stato diverso. Invece in finale ci va ancora Siena, e probabilmente la Montepaschi completerà l’opera contro Roma nella finalissima che scatterà martedì prossimo nella Capitale.
Varese anche questa volta ci ha provato, con una partenza ruggente e con un prosieguo in cui ha provato a rimanere aggrappata al treno del punteggio anche quando Siena cercava di staccarla. Alla fine però è mancata la lucidità e forse anche l’energia a una squadra che oltre a Dunston ha avuto un Polonara a mezzo servizio e si è dovuta affidare ai reduci, già fiaccati da sei partite durissime. Mike Green questa volta è stato stoico, come nella maledetta finale di Coppa Italia: il duello in regia lo ha vinto lui, ma Brown ha avuto la fortuna di avere accanto Hackett e Moss. Sono loro, con il contributo di un Ortner quasi inatteso, gli uomini che hanno spento il sogno della Cimberio che tolto Green ha trovato poca continuità. Ere è crollato fisicamente, Banks di testa (certe palle perse…) e così Sakota e Talts non sono bastati. Ora imprimiamoci negli occhi e nella mente le splendide giocate di questi ragazzi, andate a ringraziarli di persona, applauditeli sui social network se non potete farlo dal vivo. Qualcuno se ne andrà, qualcun altro lo rivedremo, tutti meritano un applauso lungo, forte potente. Commovente, come questa uscita di scena.

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Semifinale gara 7: Cimberio – Montepaschi 69-82 4 di 26

COLPO D’OCCHIO – Quando mancano 10′ al via e Masnago è già un catino bollente e inondato di rosso, dal tunnel degli spogliatoi spunta anche la leggenda Bob Morse, volata in Italia per sostenere i suoi eredi in maglia varesina. Una sorpresa che scalda ulteriormente il palasport, che non è tutto esaurito solo perché la gabbia degli ospiti rimane praticamente vuota. Pochissimi i tifosi senesi arrivati al PalaWhirlpool. 

PALLA A DUE – Bryant Dunston non c’è e la notizia si materializza quando il suo nome viene tolto dal tabellone principale di Masnago. Al suo posto c’è Janar Talts, uno degli eroi di questi giorni con Ivanov pronto a coprirgli le spalle, anche perché pure Polonara è tenuto insieme con i cerotti. Siena è al completo, anche se Eze non scenderà in campo; questa volta Banchi parte con la trazione interiore a tutta: Brown, Hackett e Moss.

LA PARTITA – Forse per esorcizzare l’assenza di Dunston, Varese parte con il piede pigiato sull’acceleratore: 9 punti in un minuto e mezzo, con Ere a dare l’esempio e Siena che si mette in moto a fatica solo grazie a Ortner. A differenza delle ultime prove però Siena non lascia scappare troppo avanti i biancorossi e recupera con Moss, così alla prima sirena l’equilibrio è rotto solo da un canestro di Ivanov (26-24).
A questo punto iniziano a entrare in funzione le difese, troppo leggere nella prima parte di gara; l’equilibrio prosegue ma con molti meno canestro. La Cimberio dà un altro strappetto con Green, riguadagna 8 punti di vantaggio (36-28) ma li brucia in un amen dopo un timeout provvidenziale di Banchi. Ress poco dopo replica a un tripla di Ere con una schiacciata poderosa e all’intervallo la Montepaschi mette il naso avanti con l’unico canestro di Rasic, da tre punti: 39-42.
Il rientro in campo di Moss è devastante: è tutto suo il parziale che dà per la prima volta un vantaggio consistente agli ospiti (41-49) ma Green e soprattutto Sakota – tripla e gancio cielo – dimostano che la Cimberio è viva e vivace. Anzi, sa anche tornare avanti con Talts e di nuovo con un Green imprendibile (55-54). Qui gli arbitri si fanno sfuggire qualche fischio di troppo, Siena ne approfitta con l’unico lampo di Brown e con Hackett in crescita verticale; nei premi ci finisce Ivanov che protesta dopo un dubbio quarto fallo (si era autoaccusato senza problemi per i precedenti) e viene panchinato definitivamente da un pesantissimo “tecnico”. Le compensazioni successive non aiutano la Cimberio che all’ultimo riposo è sotto 59-67.

IL FINALE

– La partita si ancora sul 61-68, con gli ospiti che non riescono a dare il colpo di grazia e i biancorossi che a loro volta vanno a sbattere in attacco, segno che da ambo le parti la benzina è praticamente finita. Green e Sakota spremono i muscoli per ritornare a fare canestro e ridare l’ultimo -3 alla Cimberio (65-68). A proposito di carburante, Hackett ne ha una riserva ulteriore che gli permette di guizzare tra la difesa e guadagnare tiri liberi pesanti, ma talvolta anche contestati dal pubblico. Il punteggio si allarga perché Varese non ne ha proprio più e spara a salve dall’arco (emblematica una tripla di Banks che tocca a malapena il primo ferro) e quando Hackett segna da fuori la partita è segnata. Ma non finita perché a 40” dalla fine e dopo qualche altro fischio poco limpido Sakota ruba palla all’azzurro e si vede sanzionare l’ennesimo fallo dubbio: il serbo questa volta esplode di rabbia – sarà espulso – e la sua reazione scatena l’ira del palazzetto. Sul parquet piove di tutto, da tutti settori, con giocatori e arbitri radunati in mezzo al campo a cercare di schivare gli oggetti. Finisce con una serie di tiri liberi che allungano il punteggio sino all’immeritato -13 (69-82); la gente di Varese, ritrovata la calma, tributa l’ultimo, lunghissimo applauso ai giocatori in lacrime. Eroi, grandissimi: e proprio per questo non doveva finire così.

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Pubblicato il 07 Giugno 2013
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