L’industria varesina dà qualche segnale di miglioramento

L’Indagine Congiunturale dell’Unione Industriali sul secondo trimestre dell’anno. Non si puo' ancora parlare di ripresa perché sono roppi gli indicatori negativi, come le aspettative delle imprese per il prossimo trimestre

Il secondo trimestre del 2013 ha visto un leggero miglioramento della produzione dell’industria varesina, che deve, però, essere letto con occhi critici. Il risultato, infatti, è dovuto da una parte ad un rimbalzo tecnico, mentre dall’altra è frutto di un effetto traino concentrato in pochi comparti. Inoltre le previsioni per il terzo trimestre prospettano un nuovo peggioramento, così come rimangono negativi gran parte degli indicatori. Da qui la conclusione di non essere di fronte ad una vera inversione di tendenza. È questo, in estrema sintesi, il quadro che emerge dall’ultima Indagine Congiunturale svolta dall’Ufficio Studi dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese.

SCENARIO VARESINO
La congiuntura economica varesina appare ancora debole, ma differenziata. Innanzitutto la nuova fase recessiva colpisce in modo diverso imprese e comparti in base al loro livello di internazionalizzazione e alle loro specializzazioni produttive. Tengono le imprese con un elevato grado di apertura verso l’estero e con prodotti destinati soprattutto ai mercati emergenti; allo stesso tempo hanno performance migliori alcune produzioni di beni finali o di nicchie altamente specializzate, che seguono dinamiche con ordini di lungo periodo e anticiclici.
Diversamente, il calo della domanda interna sta avendo ripercussioni sulle imprese rivolte al mercato domestico o a mercati maturi, anch’essi colpiti dalla fase recessiva, o che appartengono a filiere complesse con scarsa visibilità autonoma.
Inoltre, il prolungarsi dell’attuale fase recessiva sta portando ad un aggravio delle tensioni già esistenti e ne genera di nuove. Anche sotto il profilo del credito aumenta ulteriormente il numero di imprese con difficoltà: in base all’indagine svolta dall’Unione nel primo trimestre del 2013 (ultimo dato disponibile) il 39% delle imprese intervistate ha registrato una restrizione del credito. Questa percentuale si somma alle aziende che avevano già segnalato difficoltà nei trimestri precedenti. Risulta ancora in crescita anche il costo del denaro: il 48% delle imprese segnala un ulteriore incremento dei tassi applicati rispetto al 2012.

PRODUZIONE

L’andamento della produzione nel secondo trimestre del 2013 appare, nel Varesotto, in moderata evoluzione positiva rispetto al trimestre precedente, in parte per effetto di un rimbalzo tecnico dopo il peggioramento registrato nella scorsa rilevazione, in parte grazie alla tenuta delle imprese internazionalizzate e dei settori meno in sofferenza. Il 57% degli intervistati ha registrato un lieve miglioramento congiunturale, a fronte del 25% che non ha avuto variazioni e del 18% che ha segnalo un peggioramento.

PREVISIONI
Il profilo delle aspettative a breve termine, meno ottimistico e più orientato ad una situazione di stallo, conferma che questo miglioramento congiunturale non è stabile e che continuano ad esserci dei fattori critici che minacciano l’operatività delle imprese. Quelle intervistate si ripartiscono pressoché allo stesso modo tra coloro che prevedono un incremento della produzione nel prossimo trimestre (36%), che si attendono un mantenimento degli attuali livelli produttivi (36%) e che si aspettano una ulteriore riduzione (28%).

ORDINI
Anche la dinamica del portafoglio ordini riflette le difficoltà ancora presenti nello scenario con la maggior parte delle imprese (54%) che ha registrato un peggioramento rispetto al trimestre precedente. La debolezza degli ordini è presente sin dall’inizio della seconda fase recessiva: in questi trimestri, infatti, la dinamica è stata stabile o in peggioramento. Questo andamento negativo è trainato in particolare dagli ordinativi interni che risentono del crollo della domanda domestica. Meno negativo invece il trend degli ordinativi esteri che, però, non è stato sufficiente a colmare il gap. Questi dati confermano che la fase recessiva non è ancora finita. 

LAVORO
Il mercato del lavoro riflette gli andamenti dell’economia ed i fattori di rischio presenti sui mercati hanno ripercussioni anche sull’occupazione. Le ore di Cassa Integrazione Ordinaria (Cigo) autorizzate in provincia nel comparto industriale nel secondo trimestre del 2013 sono state 5.750.315, in crescita del 4,8% rispetto ai primi tre mesi dell’anno e del 7,8% rispetto allo stesso trimestre del 2012. Guardando all’intero periodo cumulato da gennaio a giugno 2013 sono state autorizzate, sempre con riferimento al comparto industriale, 11.239.348 ore di Cigo, in aumento del 12,3% rispetto allo stesso periodo del 2012.
Guardando ai principali settori di riferimento, l’andamento rispetto a gennaio-giugno 2012 è differenziato per comparti. Guardando ai principali settori, il metalmeccanico è l’unico che mostra una crescita delle ore di Cigo autorizzate rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno. In riduzione, invece, le ore autorizzate di Cigo all’interno del tessile-abbigliamento, di gomma e materie plastiche e del comparto chimico farmaceutico.
Analizzando, sempre con riferimento all’industria, l’andamento anche degli altri ammortizzatori sociali nei primi sei mesi del 2013 rispetto allo stesso periodo del 2012, si evidenzia un aumento anche delle ore autorizzate di Cassa Integrazione Straordinaria (Cigs) pari a +26,5% ed una riduzione di quelle in deroga, pari a -66%. L’effetto complessivo (considerando Cigo, Cigs, deroga) è di un incremento del 13,5% delle ore di cassa integrazione autorizzate che da gennaio a giugno 2013 hanno raggiunto quota 18.291.170 nell’industria.

COMMERCIO ESTERO (Primo trimestre)
Il tessuto imprenditoriale della nostra provincia, caratterizzato da un elevato grado di apertura verso l’estero, è stato in grado di compensare in parte gli effetti negativi della caduta della domanda interna grazie alla stampella rappresentata dal commercio internazionale. Tuttavia, la crescita meno sostenuta dei paesi emergenti e la crisi che continua nell’area euro pongono dubbi sulla capacità di mantenere nel 2013 un andamento delle esportazioni sufficiente a trainare la ripresa. Una maggior dinamicità è invece attesa nel 2014.
Dopo un 2012 che aveva visto un andamento particolarmente positivo delle esportazioni, gli ultimi dati disponibili sul commercio estero varesino relativi al primo trimestre 2013 mettono in luce questo rischio di un minor dinamismo dell’export. Nei primi tre mesi del 2013 le esportazioni varesine hanno raggiunto 2.342 milioni di euro, in riduzione del 3,3% rispetto allo stesso periodo 2012. Questo calo risente soprattutto del peggioramento verso i paesi dell’Unione Europea (-4,6%) che pesano per il 51% sull’export varesino totale. In particolare si segnalano riduzioni delle esportazioni verso la Germania (primo nostro mercato di riferimento) e la Francia (secondo mercato) rispettivamente del 7,8% e 3,2%. In frenata anche i flussi verso il Medio Oriente e l’Africa che si stanno stabilizzando dopo aver registrato una crescita notevole nel 2012 (dovuta ad esportazioni di beni di investimento durevole). Si conferma, invece, il risultato positivo verso l’Asia Orientale (+46,8%) e la Cina (+47,8%).

Nel primo trimestre del 2013 anche l’import è diminuito (-10,1%), fermandosi a quota 1.351 milioni di euro. La riduzione delle importazioni è dovuta al calo della domanda interna (sia di beni finali, sia di materie prime, sia di semilavorati). Il saldo commerciale varesino continua ad essere positivo (+991 milioni di euro) ed in crescita (+7,6%) spinto, però, soltanto da una maggiore flessione dell’import, rispetto all’export.
Sotto l’aspetto della dinamica, rispetto ai primi tre mesi del 2012, i peggioramenti sia dell’import che dell’export sono stati abbastanza generalizzati, ad esclusione di alcuni particolari settori e comparti di eccellenza.
Nel metalmeccanico le esportazioni hanno registrato una riduzione del-5%, a fronte di una contrazione del 10% delle importazioni. Tutti i comparti sono stati in sofferenza, con variazioni negative più marcate nei macchinari (-8,8%) e nell’automotive (-10,6%); l’unico che ancora registra una lieve crescita è l’aerospazio (+2,7%).
Il tessile-abbigliamento ha registrato un calo sia delle esportazioni (-8%) che delle importazioni (-17,4%), imputabile ad entrambi i comparti (prodotti tessili ed abbigliamento).
Anche i flussi commerciali, sia in uscita, sia in entrata, del settore gomma e materie plastiche si sono contratti: -5% il calo delle esportazioni e -7,5% delle importazioni.
Il settore chimico e farmaceutico ha, invece, registrato variazioni positive in termini di export (+2,6%), soprattutto nel comparto farmaceutico, a fronte di una contrazione dell’import (-14,2%). 

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Pubblicato il 29 Luglio 2013
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