Caso Uva, rinvio e nuove indagini
Il giudice delle indagini preliminari ha deciso di rinviare tutto al 14 luglio, quando sarà ascoltata una nuova telefonata tra Assunta Russa e Lucia Uva e verrà sentito Alberto Biggiogero, l'amico di Giuseppe Uva
Caso Uva, nuovo colpo di scena nel processo. Il giudice dell’udienza preliminare Stefano Sala, dopo aver ascoltato le parti civili e l’accusa, ha deciso di rinviare tutto al 14 luglio prossimo e ha ordinato nuove indagini.
In particolare il gup ha chiesto di ascoltare e trascivere la telefonata tra Lucia Uva (la sorella dell’artigiano morto il 14 giugno del 2008), e la signora Assunta Immacolata Russo, la supertestimone ausiliaria sociosanitaria del pronto soccorso di Varese che ha detto di aver udito Uva urlare in ospedale e visto alcuni esponenti delle forze dell’ordine che lo trascinavano in un bagno. Sarà ascoltato in aula anche Alberto Biggiogero, l’amico di Giuseppe Uva, fermato con lui nella notte di quel 14 giugno 2008 e portato in caserma: Biggiogero non è mai stato ascoltato in udienza, ma è stato interrogato dal pm Agostino Abate qualche mese fa.
Nel corso della giornata di oggi, lunedì 30 giugno, all’esterno del tribunale di Varese gli amici di Giuseppe Uva hanno effettuato un presidio esponendo numerosi cartelli e striscioni.
L’avvocato Fabio Anselmo ha commentato: "Oggi l’imputazione coatta pronunciata dal GIP Battarino invano, il Giudice ha definito magmatico il fascicolo delle indagini sottoposto al suo giudizio ed ha scritto di non essere in grado di prendere alcun provvedimento se non quello di disporre ancora nuove attività di indagine consistenti nell’ esame del super teste Alberto Biggiogero e nella trascrizione di una telefonata recentemente intercorsa tra Lucia Uva e un altro teste Assunta Russo". Sul rischio di una prescizione ha aggiunto: "Prendiamo atto e posso solo dire che, in memoria di Giuseppe Uva, se questo accadrà sarà un fallimento della giustizia italiana che ci obbligherà a rivolgerci alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo".
Gli avvocati Luca Marsico e Piero Porciani, che difendono gli agenti, sono tuttavia molto fiduciosi. "Non temiamo nessuna nuova indagine – afferma Marsico – va bene così, ci sembra che piano piano la verità stia emergendo, e anche l’ipotesi di ascoltare in aula Biggiogero non credo possa cambiare l’impostazione che il pm Isnardi ha dato all’inchiesta stabilendo che non ci sono gli elemento per parlare di violenze in caserma".
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