In aumento i nuovi poveri italiani. Anche a Varese
In Italia l'incidenza di povertà assoluta è cresciuta dal 6,8 % al 7,9%. L’annuale indagine Istat ha registrato i peggior dati dal 2005. Caritas provinciale: «La situazione si aggrava sempre di più»
Numeri che destano preoccupazione: in Italia l’incidenza di povertà assoluta è cresciuta dal 6,8 % al 7,9%. L’aumento si è registrato soprattutto nel Mezzogiorno, dove si è passati dal 9,8 al 12,6%. L’annuale indagine Istat ha registrato i peggior dati dal 2005.
Sono 3 milioni e 230 mila le famiglie al di sotto della soglia di povertà relativa, ovvero il minimo per garantirsi uno standard di vita accettabile. Il 7,9% dei nuclei, invece, riversa in condizioni di povertà assoluta. In particolare, si rileva un aumento dal 6,6 all’8,3% per le famiglie con tre figli, dall’8,3 all’11,8% con quattro e dal 17,2 al 22,1% con cinque o più componenti.
Resta invece più o meno stabile l’indice di povertà relativa, dal 12,7% dell’anno precedente al 12,6% del 2013.
E a Varese qual è la situazione?
Secondo don Marco Casale (foto), responsabile della Caritas provinciale dal 2009, i dati del nostro territorio sono in linea con quelli dell’Istat: «La situazione – dice don Marco – si aggrava sempre più, legata diminuzione di posti di lavoro. Le persone che precedentemente riuscivano a resistere grazie ai risparmi accumulati negli anni precedenti, ormai hanno azzerato ogni risorsa e si ritrovano in condizioni di povertà. Il numero degli italiani indigenti è in netta crescita e supera quello degli immigrati. Si tratta soprattutto di "nuovi poveri”, vittime della crisi economica, che spesso non sanno a chi rivolgersi. Per questo abbiamo istituito un centro diurno per uomini e donne, aperto a chiunque per trovare assistenza e aiuto come affrontare questa situazione».
Sempre secondo le stime dell’istituto nazionale di statistica, in termini di povertà relativa, si è avuto un miglioramento in controtendenza della condizione dei single non anziani al Nord (dal 2,6 all’1,1%, in particolare se hanno meno di 35 anni) e delle coppie con due figli al Sud (dal 31,3% al 26,9%).
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