La Caporetto del Paese denunciata dall’acume dei lettori

Burocrazia soffocante, vertici incompetenti, disservizi continui. L’Italia di oggi peggio di quella di un secolo fa: consoliamoci con gli "arditi" di tutti i giorni che con penna e tastiera tengono vigile l’attenzione

Le lettere ai mass media sono credibile espressione di come i cittadini vivano la realtà odierna. Hanno tutte in comune la caratteristica della soggettività, ma coloro che scrivono hanno come primario interesse comunicazioni, segnalazioni o denunce di situazioni che li hanno sì toccati pesantemente, ma che potrebbero ripresentarsi ad altri componenti della comunità. Insomma capita di rado che si tratti di problemi che riguardano solo chi scrive. Varesenews ogni giorno dedica spazio – è una rubrica – in prima pagina ai lettori le cui segnalazioni sono appunto di interesse pubblico. Tra gli argomenti preferiti i disastri e la stupidità cronica della burocrazia, i disservizi continui di aziende che operano per conto dei Comuni e che, prospettate come il toccasana, spesso si rivelano inadeguate.
A volte l’attuale frana nazionale ci fa ricordare che nel campo dei servizi, dei quali si fanno carico oggi Comuni, Regioni e Stato, il nostro passato di nazione giovane e povera comportava rinunce, sacrifici collettivi e una risalita lenta. Quanto meno da cento anni la burocrazia non risponde alle attese di una nazione che ha sempre mirato a svilupparsi nonostante le aggressioni politico – finanziarie di chi avrebbe dovuto avere a cuore, nel segno di una autentica giustizia sociale, il futuro della collettività.
A cento anni dalla prima guerra mondiale ne sto rileggendo la storia e per quanto riguarda l’Italia con attenzione ho seguito la spiegazione di esperti sulla disfatta di Caporetto.
Non mi passa per la testa di appiopparvi una sola riga di storia militare, ma vi posso garantire che il nostro esercito già tre anni prima della storica rotta era imbrigliato da una pazzesca burocrazia che ne condizionava l’attività. E’ vero che i tedeschi avevano fatto scuola di tattica offensiva e difensiva agli austroungarici, è altrettanto vero che non tutti i nostri comandanti per incultura militare furono all’altezza della situazione, ma raccontano gli esperti che per esempio, la burocratizzazione dell’esercito italiano era tale da richiedere 10 ore di tempo al Comando Supremo per far sì che le prime linee del fronte potessero eseguire le sue disposizioni. Si trattava di mettere in movimento unità composte da decine e decine di migliaia di uomini e mezzi, ma questi spostamenti tedeschi e austriaci li facevano in due ore.
Caporetto è anche una disfatta di una burocrazia alla quale nemmeno oggi i rottamatori riescono a mettere le briglie.
Caporetto un disastro militare, ma migliaia di soldati, gli stessi abbandonati nella gigantesca ritirata, poche ore dopo al Piave inchiodarono i nemici. Furono leoni come i combattenti dell’esercito inglese in Francia, guidati però da somari. “Donkey”, somari appunto, è il titolo di un libro dedicato da uno storico inglese agli alti ufficiali di Sua Maestà.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Dicembre 2014
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