Oussama e il mistero del viaggio in Siria

L'ideologia coltivata su internet, ma senza imbracciare armi. Il mistero sul luogo dove si trovasse il 31enne però rimane

brunello

Sono fonti informative del governo, quelle che indicavano Oussama Khachia nelle zone del Medio Oriente tra Turchia e Siria, nelle ultime settimane. Ma bisogna intendersi sul significato: una fonte informativa, non da certezze assolute. Non è chiaro dove fosse davvero il ragazzo di Brunello, il saldatore 31 enne espulso perchè aveva scritto su internet una serie di opinioni politiche favorevoli all’Isis, seppure secondo alcuni canali investigativi si sarebbe recato proprio in Siria.

I familiari negli ultimi mesi hanno ricevuto solamente qualche messaggio generico sui social network. Ufficialmente è dal 18 luglio che il ragazzo ha scritto su facebook che non si sarebbe più fatto vedere. L’eventuale presenza in zone Isis sarebbe però da inquadrare in un fenomeno diverso da quello violento. E cioè dalla volontà dei alcuni giovani musulmani di compiere un viaggio in quelle zone per dichiarare la propria adesione ideologica, una presa di posizione formale, ma senza armi.

Ma è andata davvero così? Nessuno sa come sia morto: né la famiglia, e nemmeno le autorità italiane. Il decesso è stato comunicato al padre il 14 dicembre, mentre Brahim Khachia si trovava in Marocco. L’uomo ha creduto alla fonte anonima, che chiamava con numero privato. Il telefonista anonimo aveva i documenti del giovane, e aveva trovato i foglietti con i numeri di telefono dei familiari.

Come si mantenesse Oussama dopo l’espulsione e dopo la sua scomparsa dalla Svizzera, ancora una volta, non si può dire. Se anche si fosse recato in zone controllate dall’Isis, tuttavia, è poco probabile che avesse imbracciato armi. Oussama si era dichiarato non violento, ma soprattutto tutte le persone che lo hanno conosciuto concordano nel dare di lui un profilo di musulmano idealista, ma anche di persona per bene, educata, disciplinata. Persino una impiegata della Pirelli con cui abbiamo parlato ieri, a Castronno, ci ha detto che era un “ragazzo d’oro”.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 23 Dicembre 2015
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