Cosa cambia con il nuovo piano inceneritori?

La rete nazionale degli inceneritori, i rifiuti delocalizzati, le paure della Lombardia e il destino di Accam. Ecco tutto quello che c'è da sapere dopo l'accordo della conferenza stato regioni

inceneritori

Il problema è semplice: ci sono tante (troppe) regioni che producono più spazzatura di quella che riescono a smaltire e ce ne sono altre (come la Lombardia) in cui se ne potrebbe smaltire molta di più. La soluzione? Spostare i rifiuti dalle prime alle seconde. E’ questo -in estrema sintesi- l’accordo raggiunto sull’articolo 35 del decreto Sblocca Italia, quello che riguarda l’ormai celebre rete nazionale dei rifiuti.

L’ACCORDO – Giovedì 4 febbraio la conferenza Stato Regioni ha dato il suo via libera al progetto che prevede di ottimizzare i flussi di rifiuti prodotti nel Paese, facendoli convergere negli impianti già esistenti. Saranno anche costruiti nuovi inceneritori, ma questo in un secondo momento e ragionando in un’ottica di macro regioni. Inevitabile dire che la Lombardia (sola con la Campania) ha votato contro l’accordo, rimanendo però schiacciata da una netta maggioranza bipatisan. «Questo ci aiuta molto ad impostare un lavoro serio per lo smaltimento dei rifiuti e ci serve anche per contrastare le infrazioni comunitarie a cui l’Italia è sottoposta in questo momento» ha annunciato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.

LE MACRO AREE – Se fino ad oggi lo smaltimento dei rifiuti era gestito a livello regionale ora vengono accorpate. La macroregione del nord dovrebbe così includere Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Provincie autonome di Trento e Bolzano, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria ed Emilia Romagna e sarebbe proprio la Lombardia con i suoi ben 13 termovalorizzatori funzionanti a diventare il cuore di questo sistema.

IL FUTURO DELLA LOMBARDIA – Il via libera non è stato dunque accolto con entusiasmo dalla regione, anzi. «Non siamo disposti a mettere sulle spalle dei nostri cittadini le incapacità politiche e gestionali degli altri» ha tuonato l’assessore lombardo Claudia Terzi mentre Paolo Grimoldi, segretario della Lega Lombarda, è andato giù ancora più pesante: «La Lombardia, unica regione italiana a smaltirsi da sola i propri rifiuti -ha commentato- diventerà la discarica di tutta l’Italia. Che schifo, che vergogna». In questo quadro una variabile rimane: il ricorso presentato dalla Lombardia alla Consulta per valutare un conflitto di attribuzioni.

ACCAM E LO SPEGNIMENTO – Ancora non si è capito come questa decisione andrà ad influire su Accam. La nuova norma prevede infatti una rete di impianti strategici ma fino a qualche tempo fa sembrava che l’inceneritore di Busto Arsizio fosse stato stralciato, riconoscendo di fatto l’iter di dismissione avviato che prevede la chiusura dell’impianto entro il 2017. Ora però le carte sono state rimescolate e tutto potrebbe ricominciare. Di nuovo.

Marco Corso
marco.corso@varesenews.it

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Pubblicato il 05 Febbraio 2016
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