Vincono sempre tutti

Trentun nuovi sindaci e tre ballottaggi. Questi gli unici dati certi insieme con un vero esercito di non votanti. A Varese, Gallarate e Caronno Pertusella potrebbero fare la differenza, oppure rinnovare la grande sfiducia verso il voto

Vignette Pierre Ley

Il bello delle elezioni in Italia è che alla fine hanno vinto tutti. La politica si nutre della matematica, delle formule, delle percentuali, dei dati, ma quando poi si passa alla fase delle analisi le cose cambiano sempre.

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Per un verso è anche il suo bello. Il voto è una vera scorpacciata di parole e di numeri. Se ognuna di queste fossero zuccheri o carboidrati la glicemia schizzerebbe alle stelle.

La provincia di Varese non fa eccezione, anche se per la verità è molto più moderata rispetto ad altre zone. Vuoi perché, dobbiamo dircelo con coraggio, non abbiamo più grandi primati in questo campo. Ci si filano sempre meno. Siamo stati la culla della Lega, ma i tempi cambiano e il circo mediatico fa presto a cambiare priorità. Può essere che in futuro ci siano ancora sorprese, ma per ora sta andando così anche quando arrivano i big come Renzi e Salvini a sostenere i candidati delle proprie coalizioni.

In ogni caso il voto di domenica dice alcune cose molto chiare. La prima è che abbiamo 31 nuovi sindaci. Per qualcuno è una conferma (vedi Astuti a Malnate, Mazzuccheli a Cairate, Leorato a Vergiate per citarne alcuni), per altri la prima volta. Complimenti ad Antonelli a Busto Arsizio che per un soffio è riuscito a mantenere salda una tradizione per il centro destra cittadino.  Avremo poi tre comuni che avranno bisogno del ballottaggio per conoscere il primo cittadino (Varese, Gallarate, Caronno Pertusella).

La seconda cosa chiara è l’astensione. Un vero esercito di cittadini ha scelto di non andare a votare. Su 293mila aventi diritto, sono andati alle urne poco più di 166mila persone. Si è fatto un gran parlare del ponte, ma se qualcuno rinuncia a un diritto così fondamentale sulla base di una gita, c’è poco da stare a far riflessioni. In ogni caso sono 127mila elettori che hanno disertato. È un dato importante, anche se rischia di venire a noia. Un po’ come l’evasione fiscale, se ogni volta che venisse citata si potesse recuperare un euro avremmo sconfitto la fame nel mondo e anche quella di altri pianeti dove magari sono messi male. Se andiamo nel dettaglio scopriamo che a Varese in cinque anni si sono persi oltre seimila elettori, cinquemila a Busto Arsizio e altrettanti a Gallarate.

La terza cosa chiara è che con questi dati, i ballottaggi sono come un giro alla roulette perché sarà da capire come reagiranno quei 29mila che non sono andati a votare a Varese al primo turno. La distanza tra i due candidati è 1800 voti, una inezia rispetto a chi è rimasto a casa al primo turno. Un dato che non avvantaggia nessuno. Quei 31.600 elettori per Orrigoni e Galimberti potrebbero anche diminuire. Dipenderà da quanto i due candidati sapranno stimolare il desiderio di partecipazione. La cosa è un po’ diversa a Gallarate dove il distacco tra Cassani e Guenzani, con 2500 voti, sembra quasi incolmabile. Non è tanto vero perché anche lì sono 17mila le persone che non sono andate a votare al primo turno. Quindi potrebbe ancora succedere di tutto.

La quarta cosa è che non ci saranno aghi della bilancia perché i dati stavolta sono molto diversi dal passato e le valutazioni politiche sono molto distanti dai numeri reali. Basta andare a vedere quanto poco sposterebbero i voti delle liste tagliate fuori dal ballottaggio. I sei contendenti di Varese, Gallarate e Caronno Pertusella hanno davanti a loro una sfida ben più grande di quella del corteggiare qualcuno che sarebbe portatore di piccole doti elettorali.

L’ultima cosa riguarda la Lega. È finita un’epoca. Lo era politicamente, ora è testimoniato anche dai numeri. Il segretario provinciale Matteo Bianchi esulta e qualche ragione ce l’ha, ma se va a vedere i numeri anche per lui sarà dura sostenere che ha vinto. È vero che il Carroccio, con simboli anche diversi, ha riconquistato alcuni paesi. È vero che il suo partito ha ancora una buona capacità di mobilitazione, ma l’emorragia di voti è inarrestabile e gridare sempre al lupo al lupo contro qualcuno paga sempre meno.

LO SPECIALE ELETTORALE CON TUTTI I DATI

Marco Giovannelli
marco@varesenews.it

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Pubblicato il 06 Giugno 2016
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da Gelo

    Complimenti: una bella analisi oggettiva.
    Nelle cause dell’aumento dell’astensione metterei anche quell’invito a non votare che è stato rivolto agli elettori da alcune Autorità poco tempo fa.

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