Accoglienza dei profughi, ecco come si è arrivati al collasso

Dal 2014 ad oggi la KB srl è arrivata a gestire oltre 700 richiedenti asilo in provincia di Varese ma vorrebbe lasciare la gestione ai comuni. Ora si apre un periodo di incertezza e difficoltà che rischia di travolgere la Prefettura

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La decisione della KB srl rischia di mandare in tilt il sistema di accoglienza dei richiedenti asilo in provincia di Varese. La società di Katiusha Balansino, infatti, gestisce direttamente qualcosa come 700 degli oltre 1800 profughi presenti in provincia di Varese.

Questo è stato possibile grazie alla normativa dei cosiddetti Cas (centri di accoglienza straordinaria) e alla fame costante di posti da parte della Prefettura, costretta a rispondere alle esigenze del governo. In questo spazio si è inserita la srl gestita da Balansino e dal marito Roberto Garavello che ha partecipato ai bandi della Prefettura e togliendo spesso le castagne dal fuoco quando gli arrivi improvvisi di profughi da collocare trovavano un muro da parte delle amministrazioni comunali.

Come ha dichiarato in una lettera scritta a quattro mani col marito Roberto Garavello – ha deciso di uscirne entro la fine dell’anno proponendo ai Comuni di Somma Lombardo, Gorla Minore, Busto Arsizio, Gallarate, Uboldo e Samarate di prendere direttamente in gestione o tramite cooperative i migranti ospitati nelle varie strutture. In cambio la KB srl concederà a titolo gratuito gli stabili utilizzati per questo scopo.

La società ha già rimesso nelle mani del Prefetto il mandato ma è chiaro che da questo momento si avvia una fase nuova della gestione del problema che causerà non pochi grattacapi al rappresentante del Governo sul territorio, chiamato a sovrintendere a questo delicato passaggio.

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Come si è arrivati a questa situazione? Nel giro di due anni la KB srl ha riempito diverse strutture. Quella di Busto Arsizio ha aperto i battenti ad agosto del 2014 con 25 migranti per arrivare ad oggi con quasi 180 migranti. Nel frattempo a quella di Samarate, Gallarate e Busto Arsizio la srl ha preso in affitto altri stabili negli altri comuni arrivando a contare 700 richiedenti asilo sotto la propria gestione con un giro d’affari che sfiora gli 8 milioni di euro all’anno.

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Le modalità di gestione della KB però, sono sempre state al centro delle proteste delle persone che accoglie: nel corso degli ultimi due anni si sono lamentati chi della inadeguatezza del personale preposto, chi della scarsa qualità e quantità del cibo, altri hanno sottolineato la carenza di manutenzione delle strutture, altri ancora la mancanza di attività quali l’apprendimento della lingua italiana e perfino della poca attenzione alle pratiche burocratiche per l’ottenimento dei documenti.

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Il crescente clima di tensione è sfociato in manifestazioni sempre più visibili di disagio da parte dei migranti. Di fronte alle proteste che hanno caratterizzato la settimana scorsa a Busto Arsizio e Uboldo, la KB srl ha maturato una decisione che sembra voler portare a compimento anche se ora dovrà scontrarsi con amministrazioni che non hanno alcuna intenzione di agevolare l’uscita di scena e prendersi sulle spalle il problema. I primi sono i sindaci leghisti che hanno già scritto una lettera aperta al Prefetto.

Al modello dei grandi centri gestiti da privati si contrappone una realtà che funziona come quella di Casa Onesimo, sempre a Busto Arsizio, gestita dalla cooperativa Intrecci dove sono ospitati 20 richiedenti asilo. Qui non si è verificata mai una protesta plateale come quelle a cui siamo stati abituati nei centri gestiti da Kb srl. Intrecci fa parte del sistema coordinato dalla Caritas.

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Di seguito la distribuzione dei profughi gestiti da Kb srl sul territorio

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 22 Settembre 2016
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