Astronomia ed astrologia, tra scienza e falsi miti

L'appuntamento è per venerdì 23 settembre alle 21, al salone Estense di Varese con il dottor Vanni Belli

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Riprendono, con un appuntamento che susciterà sicuramente qualche controversia, le conversazioni “tra cielo e terra” della Società astronomica “Schiaparelli”: venerdì 23 settembre alle ore 21, presso il salone Estense di Varese, il dott. Vanni Belli, presidente dell’associazione, parlerà di “Astronomia ed astrologia, tra scienza e falsi miti”.

Esse hanno avuto antiche e comuni radici, legate allo sviluppo delle prime civiltà agricole ed al tentativo di interpretare i cicli della natura, spesso ostile, ed il destino degli individui. La magnificenza dei cieli notturni di allora ha per lungo tempo affascinato gli antichi, ma la mancanza di strumenti tecnici e concettuali sufficientemente raffinati per l’interpretazione dei moti solari e planetari ha impedito di comprendere la struttura del nostro sistema solare, ponendo la terra al centro dell’universo.

L’astrologia si è quindi sviluppata come arte misterica ed iniziatica, giustificando la propria esistenza affiancandosi a religioni primitive nel supplire all’incertezza del futuro con predizioni dettate dalla posizione degli astri, in concorrenza con aruspici che facevano uso di altri “segni” naturali, quali il volo degli uccelli o le viscere degli animali sacrificati.
Le sue previsioni erano e rimangono tuttora vaghe, per la presunta incertezza dei dati e la presenza di imprevisti, prestandosi così a soluzioni aperte adatte a molte interpretazioni e difficilmente falsificabili.
Tutto cambia nel XVII° secolo con un divorzio conflittuale, che vede ancora per decenni convivere vecchie tradizioni e nuove scoperte, con scienziati che continuano a redigere oroscopi, per la grande popolarità di questa lucrosa attività.
La scienza astronomica ha da allora beneficiato dello sviluppo della teoria e della tecnica, raggiungendo risultati sempre nuovi e verificabili, mentre l’astrologia è rimasta ancorata alla tradizione ed ai miti ancestrali.
La conversazione ha l’ambizione di spiegare come l’astrologia abbia oramai ben poco a vedere con il cielo reale, contrariamente a quanto avveniva in passato, quando fu concepita da chi il cielo lo osservava e conosceva veramente. I movimenti reali del Sole, della terra, dei pianeti e delle stelle hanno scardinato da tempo il legame tra l’astrologia e gli astri, fatto sempre evitato con imbarazzo dagli astrologi. Sarà possibile vedere come diversi popoli e culture abbiano costruito nei millenni diversi miti celesti, tra cui è dunque arduo scegliere quella “vera”, e pertanto valida, cui affidare il vaticinio del futuro. Rimane difficile spiegare come mai gli astrologi non abbiano previsto la presenza di altri pianeti, oltre a quelli conosciuti dagli antichi. Occorre anche esaminare alcuni aspetti psicologici degli oroscopi, le cui predizioni finiscono inevitabilmente per condizionarne le azioni di chi presta loro fede, rendendone più probabile il presunto o reale inverarsi.
Modificare le convinzioni profonde di ciascuno, razionali od irrazionali che siano, è difficile se non impossibile. La serata non ha dunque l’ambizione di convincere chi pensa di aver già le risposte in tasca ma ai curiosi ed agli scettici, per affrontare insieme un confronto che gli astrologi ritengono illegittimo e gli scienziati spesso credono inutile. Forse però qualche dubbio avrà modo di germogliare in chi crede che tutto sia già stato scritto più di quattromila anni fa, sempre che Giove sia propizio.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 20 Settembre 2016
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