Profughi in partenza dalla palestra dello Stein
Come concordato domenica mattina partiranno per altra destinazione. Ieri la prima lezione di italiano. Cri “promossa” nella gestione «ma non destineremo la nostra sede a questa attività»
Giornate fra lezioni di italiano e vetri da pulire, due docce al giorno, i pasti, e a letto presto.
I 22 profughi africani arrivati lunedì scorso a Gavirate e ospitati nelle palestre dell’istituto superiore Stein, si stanno dando da fare. Gestiti dalla Croce Rossa Italiana di Gavirate, questi giovani non sono mai usciti dalla struttura, – se non alcuni e per adempiere a pratiche amministrative – e all’interno delle scuole hanno avuto diversi momenti formativi.
Lo conferma Simone Foti, presidente del Comitato locale del Medio Verbano della Cri che sovrintende alle attività di supporto che in questi giorni sono appunto in capo ai volontari.
«Siamo impegnati con una quarantina di volontari del nostro comitato locale – spiega Foti – e siamo riusciti a gestire al meglio la situazione. Ieri mattina è stata fatta una prima lezione di italiano ai richiedenti asilo, che nelle rimanenti ore hanno pulito gli ambienti interni alla scuola, facendo brillare i vetri della palestra».
Foti conferma che il prossimo 11 settembre la scuola sarà sgombra: è previsto per domenica il trasferimento in altra struttura nella prima mattina, dopo la colazione, così da dare la possibilità di cominciare le lezioni all’Isis il giorno dopo con la totale disponibilità degli spazi.
Il personale Cri del Medio Verbano, sia pur per pochi giorni, ha dato prova di poter gestire una situazione di questo genere: la nuova e grande sede negli immobili della Ex pretura di Gavirate non potrà in futuro diventare uno dei punti dove accogliere un numero limitato di profughi? «Direi di no – conclude Foti – . Se è vero che in futuro potremo fronteggiare una situazione del genere, come abbiamo dimostrato di poter fare, altro discorso è quello riguardante gli spazi da impiegare per tale attività umanitaria. La nuova sede Cri, operativa da diversi anni, non è poi così grande come si può immaginare guardandola dall’esterno: abbiamo disposizione solo una parte dello stabile. La restante porzione è nella disponibilità del Comune che mi risulta abbia già individuato a quali attività destinarla».
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