Le vacanze in divisa dei “fantastici otto”

Amici, con una passione comune: fare la guardia ecologica volontaria. Ogni anno nelle Marche per riposare, fino a che non è arrivato il terremoto. E allora...

Avarie

Sono ragazzi di cinquant’anni e più che non si fermano mai, o quasi: su e giù per sentieri, prati magri, boschi per sorvegliare il territorio del cuore, con la divisa delle Guardie ecologiche volontarie del Parco del Campo dei Fiori.

Tanto inseparabili che anche in vacanza vanno assieme: da tre anni a questa parte uno di loro, il marchigiano Sergio Tosi li invita nella sua casa di Amandola, provincia di Fermo, Monti Sibillini.

Mangiate e dormite, bevute e suonate, passeggiate nel boschi: insomma tutto quello che di solito un gruppo di uomini appassionati di natura e vita all’aria aperta fa in vacanza.

«Ma quest’anno è diverso, il terremoto ha colpito duro la mia terra», spiega Sergio. E allora eco che scatta la molla della solidarietà: gli amici, otto, che subito vengono ribattezzati “i fantastici otto” accettano l’invito. In vacanza sì, ancora ad Amandola, ma per lavorare e dare una mano alle zone colpite dal sisma. Così a giorni si parte.

«Il centro di Amandola è off limits e lo sarà per anni – racconta Tosi – . L’ospedale è chiuso. Però la montagna è ancora lì, i sentieri anche e allora ci siamo chiesti: perché non dare una mano a ripristinare la fruibilità di questi posti?».

Certo, le zone turistiche dell’Italia Centrale sono meravigliose, ma la ricostruzione e la messa in sicurezza dei luoghi ha delle priorità. Così può accadere che a mesi dal terremoto si lasci “andare” la pulizia dei sentieri e delle strade forestali per concentrarsi sulla ricostruzione di case o botteghe.

Il problema sta nel fatto che il bosco, in una stagione, si riprende quel che è suo. E qui entrano in gioco le Guardie ecologiche volontarie, che sono “del mestiere”, difatti il loro compito istituzionale, oltre alla vigilanza, può essere anche l’attività di protezione civile legata ad azioni sul territorio.

«Pensiamo che aiutare le popolazioni a poter accogliere ancora un turismo di stampo naturalistico, che qui è presente, possa rappresentare una carta vincente per assicurare una sostenibilità economica a questi luoghi», dicono dal gruppo, che partirà mercoledì prossimo con due mezzi.

Per l’occasione è stato contattato il sindaco del paese marchigiano, avvertito dell’arrivo delle nostre guardie ecologiche alla volta di sentieri, zone agricole e punti panoramici da percorrere in mountain bike, a piedi o a cavallo. Il gruppo farà rientro il prossimo 21 giugno.

Una situazione, quella del patrimonio naturalistico di queste zone, che versa in una situazione difficile, basti pensare che anche la sede del Parco Nazionale dei monti Sibillini è ad oggi inagibile (si trova in un container, come riportato nel sito del Parco).

La zona è stata colpita da diverse scosse; oltre a quella del 24 agosto anche il 26 e 30 ottobre, che hanno causato i maggiori danni.

Lungo il territorio del Parco è stata fatta una rilevazione dei danni con aree ancora non raggiungibili e interessate da importanti distacchi, frane e dissesto idrogeologico. Ma non tutto è perduto, come recita una nota del Parco.

I Sibillini non sono comunque completamente inaccessibili: alcune aree possono essere già da ora frequentate, con relativa sicurezza. Tra queste indichiamo le zone collinare e pedemontane del versante orientale, tra Amandola, Montefortino, Montemonaco e Montegallo, e di quello settentrionale, tra Cessapalombo, Pievebovigliana e Fiastra (anche intorno al lago). Più in alto sono fruibili le aree del M. Fiegni, dell’altopiano di Macereto, dei Piani di Ragnolo tra Acquacanina e Bolognola, del Piano di Santa Scolastica a Norcia, e della Valle del Campiano. Risulta inoltre interamente percorribile il Grande Anello dei Sibillini, sebbene molte strutture ricettive lungo il percorso siano inagibili. Nei casi in cui il percorso attraversi centri abitati è comunque necessario informarsi preventivamente, presso i comuni di competenza, sulla eventuale presenza di zone rosse.

Sarà anche questa la zona in cui lavoreranno le Gev del Parco regionale campo dei Fiori.

Giuseppe Barra, presidente dell’Ente con sede a Brinzio, ha accolto con grande soddisfazione la notizia della partenza: «Idealmente questa attività ci unisce ad un a altro ente dove l’obiettivo rimane la valorizzazione del territorio e che apre una finestra di riflessione interessante sui possibili sviluppi».


Chissà che non sia un inizio di nuove collaborazioni che, dopo l’emergenza neve (dove oltre ai volontari di casa nostra si mossero anche gli svizzeri per dare man forte con risultati apprezzati), permettano di affrontare anche la sfida a medio termine per questi luoghi: quella di far ripartire l’economia legata al turismo ambientale.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 09 Giugno 2017
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