Verso l’Ungheria: il racconto privilegiato di un viaggiatore lento

È iniziato il viaggio di Marco in bicicletta. Percorrerà 4 stati e toccherà 4 laghi fino ad arrivare in Ungheria

In bici in Ungheria: prima tappa

Il varesino Marco Zanini ha iniziato il suo viaggio in Ungheria, in bicicletta. Fino al 2 settembre percorrerà 4 stati e toccherà 4 laghi molto diversi tra loro: Garda, Bled, Balaton e i laghi artificiali lungo il fiume Drava (Varaždin e Dubrava). Un viaggio in (quasi) solitaria di circa 1700km con oltre 17.000m di dislivello (non seguendo sicuramente la strada più comoda) dal Brennero a Trieste, attraversando Slovenia, Ungheria, Croazia.

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Premetto che questo non è il racconto di un viaggio estremo in bici, ma semplicemente un diario di un osservatore privilegiato che crede fermamente che la bicicletta sia uno strumento esplorativo meraviglioso e che scrive per trasmetterlo.

Uno strumento, appunto, con il quale si tocca la bellezza con più facilità perchè si è esposti. Pirsig scriveva parlando del viaggiare in moto “Se fai le vacanze in motocicletta le cose assumono un aspetto completamente diverso. In macchina sei sempre in un abitacolo; ci sei abituato e non ti rendi conto che tutto quello che vedi da quel finestrino non è che una dose supplementare di TV. Sei un osservatore passivo e il paesaggio ti scorre accanto noiosissimo dentro una cornice. In moto la cornice non c’è più. Hai un contatto completo con ogni cosa. Non sei più uno spettatore, sei nella scena”

E’ magnifico andare in moto: è puro godimento (come direbbe la cara Saffi). La bici ha un vantaggio: ti consente di attraversare i luoghi nel silenzio e di ascoltarli. Ė un modo di viaggiare dove non rompi nessun equilibrio.

Dicevo…non è un racconto di un viaggio estremo e oggi ne è l’esempio: da Bressanone (abbiamo già cambiato piani) a Bolzano è tutta discesa e su ciclopista dedicata. 

Abbiamo (plurale perché i primi 3 giorni li farò con un amico) passato la giornata praticamente in treno e le bici sono rimaste appese nel vagone portabici. A Verona, però, non ci hanno fatto salire sul treno con le bici :”tutto pieno”. Il destino ha deciso per noi: il mio compagno temporaneo di viaggio si era confuso e aveva comprato un biglietto per Bressanone per cui decidiamo di prendere il treno successivo e fermarci prima. Oggi è tutta discesa lungo l’Isarco tra vigneti, meleti e castelli. La valle stretta ha due volti: noi in direzione sud vediamo sempre la faccia più ombrosa e boscata, ma girando lo sguardo il paesaggio cambia e le foreste lasciano spazio a prati e agglomerati urbani che guardano il sole.

La ciclovia ha il sapore di un’opera di compensazione ambientale: siamo intrappolati tra infrastrutture: fiume, autostrada, strada e ferrovia. Fortunatamente molti tratti li percorriamo lungo i binari ferroviari abbandonati e la sensazione di entrare e uscire dalle gallerie è meravigliosa e regala dettagli di una montagna scavata e trattenuta dal cemento mai visti con il treno (molto piu veloce di noi). Ci fermiamo a Bolzano che é bella, ma la sensazione è quella di essere al di là dei confini.

Ps: Forse tutti non sanno che per comprare un biglietto da Bressanone a Brennero bisogna essere in provincia di Bolzano. Vorremmo conoscere chi ha pensato questa cosa e come mai. Ci addormentiamo con questo dubbio…A domani

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Agosto 2017
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